Questa piccola ricerca sulla situazione di Woocommerce in Italia è frutto dell’Audit SEO tecnico eseguito su 48 siti ecommerce italiani campionati tra centinaia di aziende presenti su LinkedIn. La tipologia delle aziende è medio-grande, per la maggior parte si tratta di brand ben stabiliti sul mercato.
Lo stato di Woocommerce in Italia 2019
In particolare parliamo di 48 ecommerce tutti basati sulla piattaforma WordPress + Woocommerce. I dati raccolti indicano a grandi linee lo stato dell’implementazione SEO per il panorama Woocommerce italiano.
I test eseguiti sono:
- Velocità della pagina
- Analisi della SEO on-page
- Analisi di User Experience, Accessibilità
- Implementazione del markup HTML
Risultati Generali
Il 64,6% dei siti riporta un risultato complessivo SCARSO, con la maggior parte dei problemi incentrata sull’implementazione del markup HTML e SEO on-page.
Il 34,7% ha un grado SUFFICIENTE, con la maggior parte dei problemi in questa fascia dovuti alla SEO on-page.
Mentre solo lo 0,8% riporta un risultato BUONO, con problemi minori relativi all’utilizzo di una CDN e l’ottimizzazione dei contenuti above-the-fold
Vediamo ora nel dettaglio alcune delle principali metriche prese in analisi:
SEO tecnica
(ottimizzazione delle prestazioni ed implementazione del codice)
Page Speed
Google richiede un tempo di caricamento della pagina inferiore ai 3 secondi. Dai test eseguiti risulta che il 53,3% delle pagine analizzate ha un tempo di caricamento superiore a 5 secondi, il 35,6% si attesta tra i 3 ed i 5 secondi, il 5,3% tra i 2 ed i 3 secondi ed il 5,8% uguale o inferiore ai 2 secondi.
Il valore minore riscontrato è di 1,2 secondi, il maggiore è di 45,7 secondi!
Peso della pagina
Idealmente, con la compressione, minificazione ed ottimizzazione di contenuti e codice, il peso massimo dovrebbe essere tra i 2 ed i 3 Mb.
Il 20,6% ha un peso maggiore di 5mb, il 40,6% ha un peso tra i 3 ed 5Mb, il 36,8% tra 1 e 3Mb e soltanto il 2% ha un peso uguale o minore di 1Mb
Numero di richieste http
Con l’aumentare del numero di richieste http, aumenta il lavoro del browser dell’utente e del server.
Solitamente i browser processano non più di 2 richieste contemporanee, con un numero elevato di richieste aumenta di conseguenza il tempo di caricamento della pagina.
il 31,1% genera un numero di richieste uguale o maggiore di 150, il 19,4% tra 100 e 150 richieste, il 39,4% tra 60 e 100 e soltanto il 10,1% genera meno di 60 richieste.
Il valore minimo riscontrato è di 29, il maggiore è di 252!
SEO on-page
Per quanto riguarda l’ottimizzazione dei contenuti, la maggior parte dei siti, esattamente l’83,5% riporta un risultato SCARSO con molti errori critici, cioè che possono dare origine a penalità da parte dei motori di ricerca. Il 14,4% ha un punteggio MEDIOCRE, con la maggior parte degli errori riscontrati in termini di usabilità ed accessibilità, come la gestione degli headings, meta mancanti e attributi ALT mancanti su immagini e contenuti multimediali. Solo il 2,1% raggiunge la SUFFICIENZA, con errori di User Experience come target troppo piccoli o vicini nella versione mobile, codice render-blocking (CSS e JS) presente nei contenuti above-the-fold e rapporto tra codice e contenuti testuali insufficiente.
Grandi società tra i peggiori players
È interessante notare come i punteggi peggiori vengano da siti appartenenti a grandi aziende, addirittura molte S.p.A.
La lezione che si può trarre è che con l’aumentare del budget c’è un crollo sostanziale della qualità dei servizi erogati. Un’ulteriore speculazione ci può portare a dire che la maggior parte delle società committenti non ha il necessario knowledge in-house per poter giudicare la qualità del lavoro prodotto dai loro collaboratori esterni.
Conclusioni
Da questi dati si deduce chiaramente che la competitività degli ecommerce con piattaforma Woocommerce, in Italia, è chiaramente insufficiente. Molti di questi siti si affidano a tecnologie e tecniche datate e dubbie, come avere un enorme numero di backlinks di scarsissima qualità e implementazione a livello “amatoriale”.
Tutto questo, risulta in forti penalità dei motori di ricerca, nello specifico da parte di Google, che a seguito degli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo di ranking sta effettivamente “segando” il traffico di questi siti, tagliandoli fuori dal mercato internazionale e nazionale, in favore di aziende più virtuose, che si affacciano sul mercato italiano molto spesso provenienti da altri Paesi.
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