E-Commerce con WordPress

Introduzione all’e-commerce

Avviare un e-commerce è sicuramente una delle migliori opzioni che esistono oggi nel panorama del business. La comodità di acquistare da casa, dal proprio cellulare, in qualsiasi momento e la facilità di accesso alle informazioni essenziali per decidere circa il prodotto desiderato, sono i motivi principali per cui i consumatori scelgono sempre di più l’online come canale principale per gli acquisti, sia per beni di uso quotidiano che per acquisti più impegnativi come case ed automobili. Sul fronte opposto, gli imprenditori che scelgono di avviare un’attività online hanno una barriera d’entrata molto più bassa rispetto al retail tradizionale, i costi del locale, assicurazioni, personale e magazzino, in gergo chiamati “overhead” sono in certi casi inesistenti o comunque molto più limitati operando online. Inoltre, la possibilità di automatizzazione di alcuni passaggi fondamentali del processo di vendita e servizio clienti più l’accesso ad un audience globale rendono il business online incredibilmente più profittevole di quello tradizionale.

Indice dei Contenuti mostra

Cose da considerare…

Bisogna però considerare che sebbene sia molto facile aprire un business online, in particolare un e-commerce, è anche molto più facile sbagliare se non proprio fallire. Molto spesso il fallimento è dovuto all’ingenuità dell’imprenditore che allettato dalla apparente semplicità dell’operazione tralascia o sottovaluta alcune parti fondamentali del business online.

In questo corso troverai le tutte le informazioni necessarie, tutti i pezzi del puzzle, per poter creare un e-commerce di successo senza rischiare di ritrovarti a metà dell’opera solo per realizzare di non aver considerato proprio tutte le variabili…

Componenti di un e-commerce

Di seguito prenderemo in esame tutti i componenti base di un e-commerce, questa lista ti consentirà di valutare l’impegno e le risorse necessarie da mettere in campo per la realizzazione del tuo e-commerce.

  • Piattaforma / CMS
  • Tipologia dei prodotti e relativo database
  • Marketing e Promozione
  • Supporto clienti
  • Elaborazione dei pagamenti
  • Spedizioni
  • Controllo inventario

Come vedi un e-commerce, proprio come un negozio tradizionale, è una macchina complessa composta da ingranaggi diversi che devono necessariamente funzionare all’unisono per garantire il corretto sviluppo ed il funzionamento del business. Più avanti nel corso andremo ad analizzare ogni singolo componente relativamente alla funzione che ricopre. Per ora basterà tenere presente tutti i componenti.

Perché scegliere WordPress e Woocommerce

Questo corso ti aiuterà a creare e gestire il tuo business sulla base di una piattaforma che permette l’integrazione ed il controllo di tutte le componenti citate in precedenza. Woocommerce è il motore per e-commerce più utilizzato al mondo, circa il 30% degli store online utilizza Woocommerce, da piccole boutique artigianali fino a complessi e-commerce con migliaia di prodotti, utenti ed ordini mensili, Woocommerce è sicuramente la scelta migliore per il tuo business.

Molte alternative ma…

Le alternative sono moltissime ma quasi tutte hanno alte barriere di entrata, elevati costi di gestione e personalizzazione e richiedono personale esperto ed integrazioni personalizzate anche per l’esecuzione di semplici task giornalieri. Woocommerce è sviluppato da Automattic, la mitica software house che ha prodotto WordPress, è continuamente aggiornato, è sicuro, supportato da un eccellente team di ingegneri e soprattutto è completamente gratuito! Inoltre, essendo basato sulla piattaforma WordPress, Woocommerce beneficia di un numero pressoché illimitato di software addizionali, molto spesso gratuiti per la personalizzazione dell’aspetto e delle funzionalità che gli permettono di adattarsi alle necessità di qualunque business.

E i Marketplaces?

Anche se esistono piattaforme dove è possibile vendere i propri prodotti facilmente e senza doversi caricare l’onere di un sito web proprio, ad esempio Amazon o eBay, bisogna considerare che l’ecosistema di questi marketplaces crea una concorrenza estrema, ha dei costi elevati rispetto al vantaggio offerto e nella stragrande maggioranza dei casi queste piattaforme non consentono l’accesso ai dati dei clienti e quindi non permettono l’instaurarsi di un rapporto diretto con i consumatori che è alla base di ogni business e che molto spesso rappresenta l’unico elemento di differenziazione nel mercato moderno ultra saturo e super competitivo.

Prima di iniziare

Prima di buttarsi a capofitto nella costruzione dell’e-commerce vero e proprio, è necessario considerare quali sono le skills, le capacità e conoscenze che un imprenditore digitale deve necessariamente avere. Pensare di poter saltare o ignorare anche solo una di queste può determinare il fallimento del tuo negozio online.

Ogni imprenditore di successo deve avere una mentalità cosiddetta full-stack, cioè deve essere in grado di comprendere almeno a livello intellettuale tutte queste cose:

  • Conoscere la propria nicchia di mercato
  • Conoscere perfettamente i propri prodotti
  • Saper supportare al meglio i propri clienti
  • Conoscere il funzionamento della propria azienda, in ogni aspetto
  • Avere degli obiettivi chiari, conoscere e valutare le giuste metriche per misurare il successo delle operazioni intraprese.

Nulla deve essere lasciato al caso e anche se si può dare in affidamento a terzi una parte di queste operazioni, conoscerne il funzionamento e saperne valutare l’andamento è un vantaggio consistente con cui partire e vi metterà nella posizione di prendere sempre la decisione più adeguata, indipendentemente dall’apparente, a volte momentaneo, successo o insuccesso.

Cosa bisogna preparare prima di sviluppare il sito web vero e proprio.

Prima di iniziare con le operazioni tecniche e progettuali del sito è bene avere alcune cose pronte ed in ordine.

  • Un database esaustivo con informazioni circa i prodotti e servizi offerti
  • Costi e modalità di spedizione della merce / Modalità di erogazione dei servizi
  • Modalità di ricezione e elaborazione dei pagamenti, digitali e non
  • Materiale di marketing necessario per la promozione
  • Una ricerca di mercato con enfasi sulle operazioni dei concorrenti
  • Dati circa i segmenti di consumatori interessati
  • Un brand solido, sia in termini visuali, sia in termini di comunicazione scritta

Una volta ottenute queste informazioni è possibile, sulla base dei dati raccolti, iniziare la fase di progettazione del sito vero e proprio.

Tipologie di E-Commerce

Quando parliamo di e-commerce, parliamo di qualunque sito web che ha come scopo principale la vendita di prodotti o servizi su internet. Esistono molte configurazioni diverse di e-commerce, dipendentemente dall’offerta e dalla tipologia di utenza alla quale ci si rivolge.

La tipologia più comune di e-commerce è un sito cosiddetto “di nicchia”, cioè specializzato nell’offerta di prodotti o servizi che servono una particolare fetta di mercato. Questo tipo di sito web è il più comune poiché è molto più facile rispondere alle esigenze di un pubblico predefinito rispetto a modelli di e-commerce generalisti, cioè dedicati ad un’offerta ampia che copre un pubblico vasto e richiede conoscenze specifiche per ogni categoria di prodotto trattato. Inoltre, possiamo suddividere i tipi di e-commerce anche in base al tipo di modalità con cui offriamo prodotti e servizi. Di seguito troviamo una lista dei più comuni modelli di business che possono essere classificati come e-commerce, se non avete già scelto un modello, questa lista potrà aiutarvi facendo chiarezza sulle modalità di erogazione e “fulfillment” che più si adattano alla vostra azienda.

Regolare

Il tipico e-commerce, chiamiamolo “regolare”, è una riproposizione del modello di business classico per un negozio fisico. Un e-commerce regolare offre una gamma di prodotti disponibili in stock, che vengono acquistati e stoccati dalla vostra azienda e spediti direttamente al cliente finale una volta che l’acquisto online viene completato. Questa forma di negozio online prevede, proprio come per un negozio fisico, l’organizzazione di un magazzino e di una filiera logistica.

Questo modello è anche il meno adatto per imprenditori alle prime armi in quanto prevedendo lo stoccaggio di elevate quantità di prodotti richiede un notevole impegno economico e di risorse per poter sopperire alle richieste dei clienti e di conseguenza è soggetto alla possibilità di “fallimento” dovuta agli elevati costi per il mantenimento del magazzino. Se non avete esperienza con il retail tradizionale e con la gestione di magazzino, è probabilmente meglio evitare di iniziare con questa modalità ed è preferibile iniziare con qualche modello meno impegnativo, almeno in termini di impegno economico.

Print On demand

Il “Print On Demand”, in italiano la “stampa su richiesta” è un modello che si addice ai principianti dell’e-commerce e consiste nel collaborare con aziende che forniscono il servizio di stampa e personalizzazione di articoli di abbigliamento, accessori e merchandising vario.

Il fatto di non avere uno stock di prodotti ed un magazzino vi mette al riparo da eventuali spese di stoccaggio e produzione e vi permette di offrire un’ampia gamma di articoli personalizzabili secondo le vostre esigenze o secondo le richieste dei vostri clienti.

Questo modello può essere anche meno impegnativo in termini di realizzazione del vostro sito in quanto molte aziende produttrici che offrono questo tipo di servizio, vi danno la possibilità di aprire un negozio direttamente sulla loro piattaforma.

Per i più intraprendenti sono anche disponibili dei plugins, come ad esempio “Printful”, che permettono l’integrazione di questo servizio direttamente sul vostro sito.

Tra le aziende più importanti in questo settore troviamo:

  • Society6
  • Red Bubble
  • Threadless
  • Printful
  • Merch by Amazon

Ognuno di questi provider ha un suo catalogo di prodotti, le sue regole e condizioni di servizio e pertanto vi invito a visitare i rispettivi siti per capire quale fa al caso vostro.

Dropshipping

Come per il Print On Demand, il Dropshipping è un servizio fornito da aziende, di solito si tratta di grossisti, che mettono a disposizione il proprio catalogo di prodotti ad imprenditori che preferiscono non avere uno stock e non occuparsi delle spedizioni.

Funziona così: una volta che avrete scelto un grossista ed integrato parte del catalogo nel vostro sito, non dovrete far altro che promuovere i prodotti nel vostro catalogo, raccogliere gli ordini dei clienti, compresi i dati del cliente, l’indirizzo di spedizione ed i pagamenti ed inviare gli ordini raccolti al grossista che provvederà alla spedizione trattenendo una quota dal prezzo di vendita che avrete impostato.

La maggior parte di questi grossisti si trova all’estero ed è quindi necessario calcolare un tempo di spedizione abbastanza lungo, in genere tra i 10 ed i 30 giorni. Assicuratevi dunque di farlo presente ai vostri utenti per evitare lamentele, recensioni negative e richieste di rimborso.

Tra le aziende più comuni in questo settore troviamo:

  • Aliexpress
  • Alibaba
  • Focal Price
  • Bangood
  • 365 Dropship

Proprio come per il print on demand, molte di queste aziende richiedono l’iscrizione e l’accettazione di particolari termini e condizioni. Inoltre, il catalogo dei prodotti offerti varia tra i diversi fornitori per cui vi invito nuovamente a visitare i rispettivi siti per controllare catalogo e condizioni.

Affiliazione

La vendita di prodotti per affiliazione è simile nel concetto al dropshipping, con la differenza che in questo caso voi non raccoglierete ne gli ordini ne i dati degli utenti, limitandovi a mandare i vostri utenti direttamente sul sito del venditore prescelto e raccogliendo una percentuale dei guadagni derivanti da ogni singola vendita.

Uno dei programmi di affiliazione più noti è quello offerto da Amazon (Programma di Affiliazione di Amazon) con il quale avrete accesso all’intera gamma di prodotti offerti dal gigante dell’e-commerce.

Sebbene l’affiliazione possa produrre guadagni abbastanza esigui sulla singola vendita, è anche il metodo di vendita online che richiede meno impegno. In generale è possibile eseguire vendite anche senza avere un sito internet, promuovendo i prodotti che avete scelto direttamente dai vostri profili social come Instagram, Facebook o Pinterest o addirittura tramite una semplice lista email.

Membership e Prodotti Virtuali

La vendita di prodotti fisici non è l’unica alternativa, trattandosi di commercio elettronico è infatti possibile produrre e vendere articoli “virtuali”.

Prodotti virtuali come corsi online, applicazioni specifiche, giochi e programmi, sono tra i prodotti più redditizi e più facilmente vendibili online.

Woocommerce prevede la possibilità di vendita di questi prodotti, integrando un sistema apposito che mette in condizione gli utenti di accedere e scaricare gli articoli acquistati direttamente dal vostro sito.

Altra modalità di vendita di prodotti virtuali come corsi e tutorials è la creazione di un sito Membership. In un sito Membership gli utenti anziché acquistare il singolo prodotto, pagano una quota associativa al sito che li metterà in condizione di accedere a tutti i prodotti compresi nel livello di membership scelto. Questo modello di business è uno dei miei preferiti in quanto prevede che l’utente paghi una quota di accesso ricorrente, settimanale, mensile o annuale ad esempio, producendo un flusso di cassa continuo e prevedibile. Questo modello di business è preferibile nel caso decideste di produrre e vendere ad esempio multipli corsi online, o prodotti connessi tra loro, dando l’opportunità ai vostri utenti di accedere al catalogo completo tramite il pagamento di una singola quota.

Per gestire un tale tipo di sito, sarà necessario installare un plugin apposito, ad esempio Memberpress, che andrà ad integrarsi direttamente con Woocommerce per la gestione ed il processamento dei pagamenti.

Architettura del sito web

Ogni e-commerce che si rispetti deve necessariamente avere una struttura, una modalità di organizzazione dei prodotti e servizi che sarà volta a semplificare la scoperta e l’acquisto dei prodotti da parte degli utenti, così come la gestione ed il mantenimento da parte dell’azienda.

Per sviluppare una buona architettura di queste informazioni dobbiamo porci delle domande:

  • Che tipo di consumatore utilizzerà il sito web?
  • Come posso rendere l’esperienza d’acquisto il più semplice ed immediata possibile?
  • Per quale motivo i consumatori dovrebbero scegliere il mio sito?
  • Cosa differenzia il mio servizio o prodotto da quello dei maggiori concorrenti?
  • Di cosa avranno bisogno i miei subordinati per poter eseguire le operazioni giornaliere al meglio?

Una volta ottenute le dovute risposte a queste domande la progettazione del sito avverrà quasi naturalmente, seguendo un percorso logico e pragmatico. Niente dovrebbe essere fatto per “gusto personale” e nessuna scelta dovrebbe essere presa a livello emozionale o di puro intuito. Se affronteremo questa fase in maniera più rigorosa e scientifica possibile, le possibilità di insuccesso verranno ridotte al minimo.

Il Database del nostro e-commerce

Il database di un e-commerce è un a lista di tutti i prodotti completa di descrizioni, informazioni tecniche, prezzi, immagini, attributi etc… È un componente fondamentale per un e-commerce, è fondamentale per l’architettura del sito web e per questo motivo necessita di attenzione e cura. Organizzare il database prima ancora di progettare il sito può sembrare noioso e superfluo ma in realtà può rappresentare un vantaggio non indifferente e sicuramente vi eviterà revisioni e rallentamenti nella fase di sviluppo.

Organizzare il database dei prodotti. 

Categorie

Dividere i nostri prodotti in categorie sembrerebbe un’operazione semplice e naturale, non lo è affatto! Quello che per un imprenditore esperto del settore può risultare ovvio e banale, quasi sicuramente non lo sarà per il consumatore. In questo senso le categorie del nostro shop dovrebbero essere costruite e progettate per facilitare l’utente nella scelta del prodotto giusto, riducendo la possibilità di bounce, cioè del consumatore frustrato che non riuscendo a trovare il prodotto desiderato abbandona il negozio. Categorie ben organizzate riducono “l’imbarazzo della scelta” guidando il consumatore nella scelta del prodotto più adeguato alla persona e all’uso che ne verrà fatto.

Buone pratiche

Una buona norma è quella di organizzare i prodotti in macro aree di applicazione, seguite da sotto-categorie specifiche. A questo proposito è bene non esagerare, tenendo sempre a mente il principio di semplificazione dell’accesso alle informazioni. Inutile creare 10 livelli di categorie ultra specifici, il consumatore potrebbe impiegare troppo tempo nel raggiungere il prodotto, dobbiamo invece rendere l’esperienza d’acquisto semplice e gratificante, mantenendo se possibile una distanza massima di tre o quattro clic tra la pagina di arrivo, la landing page dove arriva la maggior parte dei consumatori e l’inserimento del prodotto nel carrello. Ad esempio, se il nostro shop vende prodotti per la casa, è buona norma iniziare con categorie di applicazione come “cucina”, “bagno”, “giardino”, etc… seguite da più specifiche categorie di elettrodomestici o accessori, fino ad arrivare ai prodotti veri e propri.

Attributi

Gli attributi di un prodotto sono quelle caratteristiche che differenziano un prodotto da altri simili, di brand diversi ad esempio oppure di “livello” differente, pensiamo ad esempio ad un prodotto ad uso professionale rispetto allo stesso modello per uso domestico/hobbistico.

Tra gli attributi più comuni troviamo ad esempio le taglie, i colori, le misure e la potenza.

Gli attributi sono una componente fondamentale dell’architettura di un e-commerce e possono essere utilizzati a scopo comparativo così come a scopo di filtro per dare la possibilità agli utenti di trovare facilmente ciò che cercano. Tutti gli attributi sono composti da un nome, ad esempio “potenza”, seguito da un valore specifico, come ad esempio “100 Watt”.

Tags

I tags, anche detti etichette, sono delle parole che vengono associate ai diversi prodotti allo scopo di descrivere le caratteristiche, l’uso e le proprietà del prodotto stesso senza dover ricorrere alla creazione ed utilizzo di un numero eccessivo di categorie o attributi. I tags possono essere descrittivi del campo di applicazione, ad esempio “professionale” può essere utilizzato come tag su tutti quei prodotti che sono indirizzati ad un pubblico esperto, mentre altri più generici come “facile da utilizzare”, “leggero” o simili possono descrivere alcune caratteristiche del prodotto che altrimenti dovrebbero essere inseriti come attributi o ancora più erroneamente come categorie. Pensate ad una categoria chiamata “leggero”… non avrebbe molto senso, così come “facile” potrebbe essere il valore di un attributo per cui non è possibile creare facilmente un nome…

Infine, i tags sono molto utili anche per gli utenti a scopo di ricerca e per l’indicizzazione dei prodotti da parte dei motori di ricerca.

Una ricerca effettuata da un utente potrebbe essere ad esempio, “aspirapolvere leggero”.

Con i giusti tags inseriti non solo i nostri utenti ma anche i motori di ricerca hanno più possibilità di trovare il prodotto giusto!

Tipologia e Gerarchia delle pagine

Le pagine che compongono un e-commerce possono essere suddivise in diversi tipi, legati alla funzione che la pagina ricoprirà sul sito e successivamente suddivise ulteriormente a livello gerarchico.

Mappare a livello logico la struttura e la gerarchia delle pagine che saranno presenti sul sito è il primo step per la progettazione vera e propria del sito. In termini di design, questo processo è chiamato “Architettura delle informazioni” ed è parte integrante del design dell’esperienza utente (UX Design).

Pagine di servizio

Tipicamente nel primo livello delle pagine cosiddette di “servizio” troviamo:

  • Homepage
  • Contatti
  • Azienda
  • Domande Frequenti
  • Termini e Condizioni
  • Politica di Privacy

Ognuna di queste pagine ricopre una funzione specifica, fornendo un “servizio” per l’utente del sito. In casi specifici può essere possibile accorpare due o più pagine se il loro contenuto è breve e se la cosa ha senso in termini di semplificazione all’accesso delle informazioni. Ad esempio, se non abbiamo molto testo che descrive l’azienda, le informazioni delle pagine “azienda” e “contatti” possono essere unite in un’unica pagina.

Pagine di archivio

Un’altra tipologia di pagina è rappresentata dai cosiddetti “archivi”. Un archivio rappresenta una collezione di elementi raggruppati per tipologia o categoria. Ad esempio, le pagine di categoria rappresentano un archivio di prodotti, anche la pagina “negozio” è considerata un archivio, poiché raggruppa tutti i nostri prodotti presenti nel nostro catalogo. Un altro tipo di archivio comune a molti siti è la pagina “blog” e tutte le varie categorie che contiene.

Landing pages e Conversion pages

Landing pages

Con il termine landing page si intende generalmente una pagina dedicata specificatamente ad un prodotto o ad una categoria di prodotti, il proposito principale di queste pagine è quello di informare ed educare l’utente, guidandolo nel processo di acquisto, fornendo tutte le informazioni necessarie per determinare se il prodotto che stiamo pubblicizzando sia veramente ciò che l’utente cerca e come il prodotto risponde ad uno o più problemi specifici che l’utente può avere. In questo senso è necessario tenere ben presente qual è lo stadio del processo di acquisto in cui si trova il nostro cliente, quali sono le informazioni e le domande che il cliente può avere, cercando di rispondere in maniera esaustiva e fornendo esempi di utilizzo basati su user-cases specifici. Una buona landing page non dovrebbe esortare all’acquisto e quindi non dovrebbe contenere call to actions atti alla conversione immediata (messaggi come “compra ora”…) invece, dovrebbe contenere informazioni esaustive e mettere l’utente in condizione di decidere autonomamente circa la desiderabilità del prodotto in questione.

Conversion pages

Al contrario le pagine di conversione, dette conversion pages, sono pagine altamente ottimizzate in termini di messaggi e struttura della pagina. Queste pagine sono ingegnerizzate per favorire l’acquisto, eliminare incertezze ed obiezioni che l’utente possa avere. Generalmente per ottenere la vendita (conversione) questo tipo di pagina esorta vivamente all’acquisto con call-to-actions diretti facendo leva a livello emozionale sugli utenti. Una semplice tecnica “emozionale” può essere basata sulla scarsità, un messaggio chiaro che esorta ad approfittare subito dell’offerta in corso con una determinata scadenza, oppure presentando all’utente una disponibilità ridotta, es: “solo 100 pezzi disponibili!…”

Funnel minimo

Landing pages e Conversion pages insieme con il Carrello ed il Checkout rappresentano il minimo funnel (percorso) di acquisto per la maggior parte degli e-commerce. Uno dei segreti del successo dei più famosi e-commerce è quello di tracciare tutte le azioni che avvengono su queste pagine e continuamente adattarne ed ottimizzarne il contenuto, i messaggi e la struttura al fine di ottenere il maggior numero di vendite possibile.

Più avanti nel corso tratteremo l’argomento “Funnel” nello specifico andando a guardare da vicino i vari componenti, la loro funzione e le tecniche per tracciare ed ottimizzare i vari step. Per ora vi basta tenere presente l’esistenza di queste pagine, la loro funzione ed il fatto che il percorso di acquisto dovrà necessariamente passare da qui.

Altre componenti

I pezzi che compongono un e-commerce sono moltissimi e variano a seconda della tipologia di prodotti offerti, dai bisogni dell’utenza nella specifica nicchia di mercato e sono anche legati al tipo di tecnologia utilizzata. In questo capitolo andiamo a trattare brevemente alcuni componenti che sono comuni per quasi tutti i siti indifferentemente dalle caratteristiche citate sopra.

Menù di navigazione

Ogni sito che si rispetti deve avere un menù di navigazione principale, regolarmente il menù si trova nella parte superiore delle pagine, chiamata “header”, dovrebbe essere sempre fisso, non scomparire quando l’utente scrolla la pagina e dare facilmente accesso alle varie sezioni del sito. Un e-commerce contenente diverse categorie di prodotto dovrebbe presentare il primo livello di categoria come navigazione principale e magari un link al carrello, lasciando le pagine di servizio e vari links come numero di telefono, indirizzo email e profili social, in un menù secondario generalmente meno prominente, situato al di sopra del menù di navigazione principale. In questo menù secondario possono essere ospitati anche i link di login/logout e registrazione che l’utente può utilizzare per accedere al proprio account per controllare le proprie informazioni come l’indirizzo di spedizione, lo stato degli ordini, le fatture emesse etc… È importante considerare che oggi la maggior parte delle visite avviene tramite dispositivi mobili (circa l’80% delle visite) questo significa che lo spazio riservato al menù principale è di solito molto esiguo. Per ovviare a questo negli ultimi anni si è sviluppata l’abitudine di “chiudere” tutti i link all’interno del cosiddetto “hamburger menù”, questa scelta dovrebbe tenere presente la difficoltà di accesso e navigazione. Un buon “mobile header” dovrebbe considerare quali sono le categorie ed i link di maggiore utilizzo ed estrarli dal menu chiuso, lasciandoli in evidenza per una migliore fruizione da parte dell’utenza.

Barra laterale

La barra laterale è una sezione delle pagine di archivio di un e-commerce, generalmente rappresenta un terzo della larghezza del layout e contiene tutti filtri disponibili come ad esempio il range di prezzo desiderato (min/max) ed i vari attributi globali, cioè comuni a tutti i prodotti in una determinata categoria e le recensioni degli utenti. È sempre buona pratica ripetere un menù di navigazione delle varie categorie e sottocategorie così come informazioni circa i prodotti presenti nel carrello ed anche i prodotti visualizzati di recente. La barra laterale è un componente del sito “desktop” cioè del sito visualizzato su computer da tavolo o portatili, mentre nella versione mobile del sito di solito viene presentata orizzontalmente al di sopra dell’elenco (loop) dei prodotti visualizzati. Un altro tipo di informazione che può essere inserita in una barra laterale sono le “call-to-actions”, messaggi diretti che esortano ad un’azione particolare così come form per la registrazione per newsletters e account dell’utente.

Footer

Opposto all’header, il footer rappresenta la parte terminale delle pagine del sito. Proprio come l’header, contiene dei menù di navigazione di pagine di servizio e categorie di prodotto ma può anche contenere elementi della sidebar come il carrello ed i prodotti visualizzati di recente. Tutti gli elementi del footer, chiamati “widgets” sono divisi in colonne. Una buona pratica è quella di includere come prima widget a sinistra del footer, le informazioni della società ed il logo, mentre nell’ultima colonna a destra troviamo solitamente il carrello, seguito o preceduto dai loghi dei metodi di pagamento accettati, es: loghi delle carte di credito, PayPal o altri processori di pagamenti. Un’altra buona pratica è quella di includere in una sezione sottostante il footer i cosiddetti “credits”. In questa sezione dovrebbero essere presenti link alle pagine di termini e condizioni, politica di privacy e una mappa del sito navigabile oltre che l’indicazione del copyright per i testi e media presenti sul sito.

Design del sito: scelta del tema

Woocommerce è un plugin di WordPress, per questo motivo uno shop costruito con Woocommerce eredità tutte le funzionalità e le caratteristiche di WordPress, compresa la possibilità di personalizzare l’aspetto con migliaia di temi, gratuiti e professionali. La maggior parte dei temi offre particolari funzionalità aggiuntive, modelli di pagina particolari e la possibilità di integrazione con altri plugins per funzionalità specifiche. Il tema scelto deve necessariamente essere compatibile con Woocommerce e dobbiamo anche assicurarci la perfetta compatibilità con i plugins che andremo ad installare. Per questo motivo scegliere un tema gratuito non sempre è la migliore opzione, il tema potrebbe presentare delle incompatibilità con i nostri plugins e necessitare dell’intervento di un programmatore per poter integrare le funzionalità e la personalizzazione di alcuni aspetti dei modelli di pagina presenti. Inoltre va considerato che sia WordPress che Woocommerce vengono aggiornati continuamente per incorporare nuove funzionalità e spesso anche per motivi di sicurezza, per questo motivo il nostro tema dovrebbe provenire da uno sviluppatore serio, pronto ad aggiornare il tema ogni volta che sia necessario per assicurarsi la compatibilità dello stesso con le ultime versioni di WordPress e Woocommerce.

Storefront

Se il vostro shop non richiede particolari funzioni e tutto quello di cui avete bisogno è la personalizzazione di colori e tipografia del sito, un ottimo tema, gratuito, è “Storefront”.

Storefront è sviluppato dalla stessa società che sviluppa Woocommerce e per questo è 100% compatibile con il plugin e aggiornato di pari passo. Esistono moltissimi temi compatibili con Woocommerce, molti proprio per la necessità di un costante aggiornamento sono a pagamento e possono essere reperiti su vari marketplaces come template-monsters e creative-market.

Builders

Se invece il vostro shop avrà bisogno di personalizzazioni “pesanti” in termini di interfaccia grafica e di funzionalità, potreste scegliere un tema basato o compatibile con i diversi “builders” visuali per WordPress, come “Divi” ed “Elementor”, per citare i più diffusi.

La componente umana

Infine, nella scelta del tema dovrebbe essere presa in considerazione la componente umana, cioè il grado di conoscenza e capacità tecniche di chi manterrà attivo il sito e pubblicherà contenuti. Molti temi infatti non consentono la personalizzazione o la creazione di nuovi modelli di pagina al di fuori di quelli preimpostati e richiedono l’intervento di programmatori o web designers per effettuare particolari personalizzazioni.

Personalizzazione del tema

Personalizzare l’aspetto visuale di uno shop Woocommerce è un’operazione meticolosa che va fatta seguendo principi di grafica visuale, accessibilità ed esperienza utente. La scelta dei caratteri e dello stile dei titoli, testi e pulsanti, così come l’impostazione dei vari colori per riflettere quelli del vostro brand, può essere eseguita dall’interfaccia “customizer” nativa di WordPress. I cambiamenti fatti tramite questa interfaccia si rifletteranno su tutto il sito, su ogni modello di pagina, a meno che il tema non preveda stili particolari per un particolare modello di pagina, in questo caso lo stile del modello avrà la meglio, andando a sovrascrivere le impostazioni “generali” solo per un il tipo di pagina.

Templates per “velocizzare”

Nel caso decidiate di utilizzare un builder come Divi o Elementor, potrete personalizzare a piacere qualunque pagina anche utilizzando lo stesso modello (template). Questo può essere un vantaggio nel caso di un e-commerce con molte categorie dove, ad esempio, si potrebbe voler cambiare il colore di accento del modello di pagina del prodotto per riflettere quello impostato nella categoria principale.

Creazione di un tema child

A volte si potrà aver bisogno di particolari funzionalità o caratteristiche estetiche diverse da quelle proposte dal tema scelto, in questo caso dovremo richiedere l’intervento di un web-designer o di uno sviluppatore per apportare le dovute modifiche al codice delle pagine coinvolte. Questo avviene andando a modificare i vari modelli di pagina e particolari files che compongono il tema. Quando queste operazioni vengono effettuate direttamente sui files originali del tema c’è il rischio che ad ogni aggiornamento del tema le nostre modifiche vengano cancellate! Per evitare questa spiacevole situazione bisognerà creare un tema figlio o “child theme”, un tema derivato dall’originale scelto e che andrà ad integrare tutte le nostre modifiche, tenendole al sicuro da eventuali aggiornamenti al tema genitore.

Ovviamente come per tutto il resto anche il “child theme” va mantenuto ed aggiornato quando necessario per assicurare la compatibilità con WordPress ed i vari plugins che compongono il sito.

Usabilità, Accessibilità e Ottimizzazione

Quando si progetta un e-commerce bisogna tenere in considerazione la performance del sito dal punto di vista degli utenti e dal punto di vista dei motori di ricerca, questo perché il comportamento degli utenti sul sito, così come il comportamento dei robot che scansionano il sito per i motori di ricerca, sono interconnessi. Un buon sito deve essere veloce, facile da consultare in versione desktop e mobile e dovrebbe anche considerare la minoranza degli utenti con vari livelli di disabilità, rendendolo disponibile per modalità di navigazione “alternative”.

Usabilità

Per usabilità del sito si intendono tutti quegli accorgimenti progettuali volti a rendere semplice ed immediato l’accesso alle informazioni e l’utilizzo del sito da parte degli utenti. Costruire la struttura delle pagine in senso logico così da creare un percorso definito e rapido per il completamento delle azioni desiderate è la condizione primaria per definire una buona usabilità. Per ottenere questo vanno considerati prima di tutto gli utenti, l’azione che intendono compiere e il contesto in cui si svolge l’azione.

La User-Journey

Ad esempio se il vostro sito vende prodotti tecnici per cui occorre avere specifiche conoscenze, avrà probabilmente senso creare un percorso, chiamato anche user-journey, che possa educare ed informare il cliente circa il funzionamento ed i casi di applicazione del prodotto. Va anche considerato il contesto, se conosciamo bene il nostro pubblico di riferimento, conosciamo quali sono le abitudini di navigazione di queste persone, possiamo utilizzare queste informazioni per definire flusso e struttura del sito per accomodare le necessità di queste persone. Se i nostri utenti sono abituali viaggiatori pendolari, può avere senso creare un sito facilmente consultabile con dispositivi mobili, in questo caso se i nostri prodotti richiedono una lunga descrizione e molte informazioni dobbiamo utilizzare particolari accorgimenti per evitare che le pagine del sito risultino difficili da leggere.

Al contrario, se i prodotti offerti sono molto comuni, come ad esempio delle t-shirts, ma offriamo una moltitudine di designs diversi, i nostri utenti avranno bisogno di gallerie fotografiche facilmente consultabili.

Considera tutti i segnali

Nell’usabilità rientrano anche tutti quei segnali visivi o uditivi che il sito propone all’utente per far capire lo stato di un determinato componente, ad esempio avere un contatore al fianco dell’icona del carrello che indichi quanti prodotti sono stati inseriti, ma anche semplici cambi di colore dei pulsanti che segnalano l’avvenuta azione desiderata dall’utente. Un sito con una buona usabilità comunica costantemente con l’utente e questo riduce frizione all’acquisto e frustrazione nell’utilizzo, rendendo l’esperienza di acquisto semplice ed immediata.

Accessibilità

Visitatori del nostro sito che hanno qualche disabilità non dovrebbero essere esclusi, se il nostro sito fa un utilizzo massivo di “finezze” come poco contrasto tra i colori di sfondo ed il testo, sottili variazioni del colore di accento etc… potremmo mettere in seria difficoltà un utente con problemi nella percezione del colore o con ridotta capacità visiva. Molti di questi utenti utilizzano impostazioni del browser particolari come font di grandi dimensioni e schemi di colore ad alto contrasto, il nostro sito dovrebbe tenerne conto in termini di design del layout e disposizione degli elementi sulla pagina. Ci sono poi accorgimenti che vanno oltre l’aspetto visuale, per esempio molti navigatori ipovedenti o ciechi utilizzano dei software che “leggono” letteralmente la struttura del nostro sito, per venire incontro a queste persone il codice di markup del nostro sito dovrebbe essere semantico e descrittivo, contenere cioè una breve descrizione degli elementi presenti sullo schermo e la descrizione della funzione che ricoprono.

L’accessibilità è importante

Se il vostro negozio online vende prodotti di largo uso, probabilmente è una buona idea portare la dovuta attenzione a questi aspetti della progettazione del sito e anche nel caso contrario, per prodotti altamente specializzati andrebbe tenuto un occhio di riguardo per i visitatori disabili. In Europa, così come in molte altri parti del Mondo esistono leggi specifiche che stabiliscono quali sono le attenzioni minime che un sito deve prendere in questo senso.

Ottimizzazione

Tutto quello di cui abbiamo parlato finora è volto a rendere il nostro sito piacevole e semplice da usare per gli esseri umani, ma cosa succede quando parliamo di robots ed algoritmi?

I robots in questione non sono terminators, stiamo parlando dei bots che Google e gli altri motori di ricerca usano per scansionare ed indicizzare il nostro sito ed i contenuti presenti. Questi bots non navigano esattamente come gli utenti, non tengono in considerazione tutto l’aspetto visuale dell’interfaccia ed il branding del sito, ma cercano “segnali” nella struttura, nel contenuto testuale, nel codice e nella velocità delle pagine che visitano. Per questo motivo è abbastanza importante non tralasciare questi aspetti quando si progetta e si sviluppa un sito web, ancora di più nel caso in cui il sito sia un e-commerce.

La SEO

Avrete sicuramente sentito parlare di SEO, ovvero la pratica di ottimizzare un sito per i motori di ricerca. La SEO è un insieme di tecniche ed accorgimenti volti a rendere il nostro sito il più digeribile possibile per i motori di ricerca, questo è ottenuto attraverso l’uso di markup semantico, chiamato “schema”, un tipo di codice che viene aggiunto al codice che forma la struttura delle nostre pagine ed indica precisamente la funzione di ogni tipo di componente della pagina. Molto utile anche a livello di usabilità, schema può dare risultati eccezionali in termini di posizionamento nei risultati di ricerca, producendo quelle che in gergo vengono chiamate “rich snippets” ovvero quei risultati che incorporano informazioni extra oltre al canonico titolo ed all descrizione della pagina. Schema suddivide le pagine del nostro sito in tipologie ed aggiunge elementi rilevanti ai risultati della ricerca come le stelline per le recensioni, immagini di accompagnamento, prezzo dei prodotti e disponibilità in magazzino.

Velocità delle pagine

Altra componente fondamentale di un sito ottimizzato è la velocità. Il tempo che le vostre pagine impiegano per essere scaricate dal server ed essere visualizzate sullo schermo del dispositivo dell’utente è fondamentale, basti pensare che circa il 70% degli utenti è pronto ad abbandonare il nostro sito se la pagina non compare entro 3 secondi. Considerando che un sito moderno ha moltissimi componenti dinamici, cioè che vengono “assemblati” dal vivo ad ogni richiesta dell’utente, i tempi medi di caricamento di una pagina non ottimizzata possono andare dai 5 ai 10 secondi, oltre 3 volte quanto un utente medio sia disposto ad aspettare! Comprimere il codice, ridurre il peso delle immagini utilizzate ed eliminare tutti i componenti non utilizzati su una determinata pagina può aiutare moltissimo il nostro e-commerce, fornendo un’esperienza immediata per i nostri utenti e soprattutto segnala ai robots che visitano il sito che stanno navigando su pagine altamente ottimizzate, degne di un posizionamento in prima pagina!

Frasi chiave e meta

Infine, è bene specificare da subito quali frasi chiave incorporare nelle nostre pagine e preparare il contenuto di queste pagine in accordo con la frase target scelta. In questo modo sarà molto più semplice per Google o altri motori di ricerca capire di cosa stiamo parlando e di conseguenza mostrare le nostre pagine ogni volta che un utente faccia una ricerca correlata ai nostri contenuti. Una buona pratica in questo senso è quella di rispondere a domande specifiche che l’utente può avere circa i nostri prodotti o servizi, incorporare una risposta breve nel primo paragrafo della landing page scelta e magari linkare a contenuti più specifici o prodotti all’interno del nostro sito. Questo ci garantirà una riduzione del cosiddetto “bounce rate” o frequenza di rimbalzo, cioè il numero di utenti (in percentuale) che non trovando immediatamente quello di cui sono alla ricerca, abbandonano il sito entro 1-2 secondi dall’arrivo. Un bounce-rate basso aiuta nel posizionamento tra i risultati di ricerca, segnalando al motore di ricerca la soddisfazione dei nostri utenti.

Sebbene sia possibile intervenire a posteriori su un sito esistente per apportare le dovute modifiche ed aggiustamenti, è buona norma che la maggior parte di questo lavoro venga fatto in fase di sviluppo del sito, in questo modo il nostro sito sarà pronto dal giorno zero a ricevere le visite di bots ed utenti, evitando penalità varie dai motori di ricerca che possono richiedere lunghi periodi di tempo per recuperare o guadagnare la posizione desiderata, tra i primi dieci risultati.

Preparazione dei contenuti del sito

Per contenuti del sito intendiamo tutti i materiali che servono ad illustrare e spiegare i nostri prodotti o servizi agli utenti. Regolarmente un buon e-commerce dovrebbe offrire una varietà di contenuti adatti al tipo di prodotto ma soprattutto tarati per il tipo di pubblico al quale ci si rivolge. I classici contenuti di un sito sono testi ed immagini ed in alcuni casi video, grafiche e materiali scaricabili, come ad esempio guide in formato PDF o infografiche. Tutto questo va preparato prima che il sito venga progettato e sviluppato, sempre nell’ottica di ridurre i tempi di sviluppo e soprattutto perché su internet “content is king”, il contenuto cioè detta la struttura e la natura del sito che vogliamo creare.

Preparare testi per e-commerce

Soprattutto per quanto riguarda siti e-commerce, il contenuto testuale è di primaria importanza, è la prima cosa che utenti e motori di ricerca guardano per determinare se il sito, con i prodotti e servizi offerti, rispondano effettivamente al bisogno espresso in fase di ricerca. Il contenuto va creato tenendo presente l’intento di chi lo consuma, ad esempio se stiamo preparando testi per una landing page, probabilmente il contenuto sarà di natura informativa ed educativa, volto cioè a guidare l’utente nella scelta del prodotto più appropriato. Se invece si tratta di una pagina di prodotto, possiamo preferire contenuto in forma breve che possa rimarcare le caratteristiche del prodotto e fornire dettagli più tecnici circa capacità ed usabilità del prodotto in questione.

Titoli

I titoli vanno creati tenendo presente la frase chiave scelta per quella pagina, questa frase generalmente rappresenta una ricerca effettuata da un utente ed è proprio nel titolo che noi andremo a ripetere questa frase, o una variazione, per confermare all’utente di aver capito l’intenzione e di poter offrire una soluzione al suo problema. Nel caso di una landing page, un buon titolo non deve essere troppo lungo ma neanche troppo corto, 60-70 caratteri sono di norma sufficienti, dobbiamo evitare di “scherzare” o divagare troppo dalla frase chiave scelta, fornendo se possibile una risposta chiara ed invogliando l’utente a scoprire di più. Per i titoli dei prodotti possiamo limitarci ad includere brand e modello del prodotto, magari con l’aggiunta di un attributo tra i più rilevanti come “facile da usare” o “elettrico”. In entrambi i casi se necessario e possibile, sarebbe bene includere un “qualificante” come “versione 2019” o “ultimo modello” per rassicurare l’utente circa l’aggiornamento delle informazioni presenti sulla pagina.

Descrizioni

Le descrizioni dei prodotti, così come i testi di una landing page, devono essere esaustivi, cioè contenere tutte le informazioni che un utente possa volere e soprattutto dovrebbero essere scritti tenendo presente le obiezioni che gli utenti potrebbero avere circa il prodotto o servizio offerto. Una buona pratica è quella di cercare di rispondere a tutte le obiezioni ad esempio circa il prezzo, la qualità e la sicurezza dell’acquisto in questa fase, per evitare di dover impiegare troppe risorse nel servizio clienti e per ridurre i tempi di decisione per l’utente ad effettuare l’acquisto. La lunghezza di questi testi può variare molto a seconda dell’intento della pagina e proprio per questo è buona norma controllare la lunghezza dei testi proposti dai nostri concorrenti. Di norma una landing page dovrebbe contenere almeno 1200 parole, divise in paragrafi da 300 parole e scanditi da sottotitoli in maniera da facilitare la lettura da parte degli utenti, consideriamo infatti che la maggior parte dei navigatori del web “scansiona” rapidamente le pagine per capire se effettivamente valga la pena di soffermarsi a leggere. Nel caso di una pagina prodotto è bene suddividere i testi in sezioni specifiche come “specifiche tecniche”, “accorgimenti per l’uso” e breve descrizione del prodotto per evitare di presentare troppe informazioni diverse all’utente.

Meta e testi alternativi

Come abbiamo visto in precedenza parlando di accessibilità, usabilità ed ottimizzazione, gli umani non sono gli unici visitatori del nostro sito, i robots dei motori di ricerca infatti hanno bisogno di testi ad-hoc, inseriti all’interno del codice delle nostre pagine, per essere in grado di comprendere completamente la natura delle pagine che visitano. Questi testi sono definiti “meta” e comprendono titoli, descrizioni e parole chiave che verranno utilizzate e mostrate dai motori di ricerca nella pagina dei risultati. Un titolo “meta” non deve necessariamente essere identico al titolo della pagina, potrebbe infatti contenere informazioni rilevanti nella fase di ricerca ed utili per mettere l’utente in condizione di scegliere la nostra pagina piuttosto che quella di un concorrente. Attenzione a non strafare! L’inserimento forzato, innaturale, di parole chiave o gruppi di queste, senza un senso logico e semantico nel codice delle nostre pagine è chiamato “stuffing” (riempitivo) è mal visto e viene interpretato dai motori di ricerca come un tentativo di inganno. È quindi preferibile limitarsi a variazioni della frase chiave scelta cercando sempre di produrre testi che hanno un senso e che rispondono effettivamente e domande dell’utenza.

Immagini per e-commerce

Un punto dolente per molti siti, le immagini rappresentano uno dei metodi più efficaci per promuovere i nostri prodotti. Ci sono diversi tipologie di immagini che possono essere utilizzate ed incorporate nelle pagine di un e-commerce: le immagini di prodotto, foto editoriali, foto cosiddette “stock” e foto UGC (user generated content) cioè foto realizzate da utenti che hanno acquistato il prodotto in questione. Ognuna di queste tipologie di immagine ha il suo posto e non dovrebbero essere mischiate o utilizzate senza aver considerato, come al solito, l’intento della pagina e dell’utenza.

Immagini di prodotto

Le immagini che rappresentano il nostro prodotto andrebbero create considerando il fatto che acquistando su internet l’utente non ha la possibilità di toccare il prodotto. In questo senso le immagini di prodotto dovrebbero fornire tutte le angolazioni possibili e rilevanti per mostrare caratteristiche, la finitura e l’aspetto del prodotto in generale, come se lo avessimo tra le mani. È buona regola creare immagini professionali, di buona qualità e con un fondo bianco per ridurre le distrazioni ed aiutare l’utente a concentrarsi sul prodotto stesso. Sebbene sia possibile avere prodotti con una sola foto, è una buona pratica quella di includere una galleria con almeno 2-3 angoli diversi. Se non si hanno a disposizione buone foto dai produttori del prodotto e non si intende spendere denaro per un servizio ad-hoc creato da un professionista, è possibile ottenere buoni risultati con un minimo di investimento di tempo e con materiali reperibili facilmente. Tutti gli smartphone moderni scattano foto di qualità accettabile a condizione che l’illuminazione sia sufficiente. Con poca spesa ci si può dotare di un cavalletto treppiede, di una “white box” e di qualche lampadina a led, in questo modo potremo scattare foto di buona qualità che necessiteranno di minimi aggiustamenti prima di essere caricate online.

Immagini editoriali

Con il termine foto “editoriali” si intendono quelle immagini che hanno lo scopo di riprodurre il nostro prodotto in azione, in uno scenario in cui l’utente si troverà ad utilizzarlo, pensiamo ad esempio ad una foto in cucina se si tratta di un frullatore, magari accompagnandolo con un bel cesto di frutta fresca pronta a diventare un gustoso frullato! Le foto editoriali hanno lo scopo di suscitare una risposta emotiva nell’utente, facendo leva su quelle che sono le sue aspettative e sul risultato desiderato. Foto editoriali possono essere incluse nella galleria del prodotto, dopo le immagini di prodotto (a sfondo bianco) oppure utilizzate a piena larghezza nell’header, la parte superiore della pagina, su landing pages e pagine informative. Un buon uso di foto editoriali è la pubblicazione su social media come Facebook o Instagram dove il nostro marketing deve necessariamente mescolarsi alle foto “reali” pubblicate dagli utenti.

Immagini Stock

Le foto stock sono foto generiche che possono essere utilizzate in mancanza d’altro sia dal punto di vista editoriale che di prodotto. In quest’ultimo caso, se non abbiamo a disposizione il prodotto vero, può essere d’aiuto utilizzare dei mockups, delle immagini generate al computer che riproducono il prodotto con un certa fedeltà. C’è la possibilità che se questo genere di immagini non siano create bene o che risultino “finte” l’utente possa essere allontanato pensando di prendere una fregatura… Il consiglio qui è di limitare l’uso di queste foto il più possibile ed evitare di riempire il nostro sito con foto false, soprattutto quando queste riproducono esseri umani, non c’è nulla che gridi “falso” come una foto di una centralinista sorridente o della proverbiale stretta di mani su una pagina “contatti”. Un buon uso di foto stock può essere quello di accompagnare o arricchire un articolo del blog o una landing page, sempre a patto di attenersi a foto di buona qualità e che siano rilevanti per le finalità della pagina stessa.

Ottimizzazione delle immagini

Le immagini giocano un ruolo molto importante sul nostro sito, sia a livello di comunicazione che al livello di ottimizzazione. Le nostre immagini di prodotto dovrebbero essere tutte della stessa misura, possibilmente quadrate o in quattro terzi. Un buon compromesso tra qualità e definizione dell’immagine ci garantirà foto belle senza appesantire il sito in termini di velocità di caricamento. L’ottimizzazione delle immagini va fatta con software specifici come ad esempio Adobe Photoshop, cercando il miglior rapporto tra compressione e qualità desiderata.

Video e contenuti grafici

Con l’avvento della banda larga e delle connessioni mobili veloci, internet si è arricchito di contenuti multimediali come video ed infografiche un tempo proibitivi in termini di tempi di caricamento. Un buon video dimostrativo per il nostro prodotto può rappresentare un bel vantaggio sulla nostra concorrenza e guidare anche gli utenti che preferiscono non leggere nella scelta del prodotto giusto.

Infografiche

Le infografiche invece, molto in voga ultimamente, sono grandi grafiche, spesso in formato verticale, utilizzate per spiegare ed illustrare concetti complessi con l’ausilio di elementi grafici colorati e divertenti, per questo motivo le infografiche trovano la loro migliore applicazione nell’offerta di servizi e prodotti che richiedano una spiegazione lunga e che potrebbe risultare noiosa in formato di solo testo.

Entrambi i formati richiedono conoscenza ed utilizzo di software specifici ed è quindi preferibile affidare la produzione di questi materiali a personale qualificato che abbia a disposizione tutte le tecnologie ed i programmi per la realizzazione di materiali di ottima qualità.

Sia i video che le infografiche possono essere utilizzati oltre che per arricchire le nostre pagine, anche per finalità secondarie. I video trovano la loro applicazione più redditizia come brevi pubblicità sui social media come Facebook, Instagram, Linkedin etc… Mentre le infografiche possono rappresentare un buon lead-magnet, cioè un materiale scaricabile, da inserire in un punto specifico del nostro percorso di vendita (funnel) magari dietro la richiesta dell’email dell’utente che desidera scaricarle.

Altri contenuti

Ci sono una moltitudine di materiali “secondari” che possiamo offrire ai nostri utenti e purtroppo molto spesso queste componenti vengono tralasciate fino al momento in cui il web-designer o lo sviluppatore del sito non ci chiedano esplicitamente “cosa mettiamo qui?…”

CTA

Uno di questi componenti è il CTA, il call-to-action, cioè tutte quelle frasi che esortano l’utente a compiere un’azione specifica sul nostro sito. “Iscriviti alla newsletter”, “Scopri di più su…”, etc… Queste esortazioni sono una parte fondamentale del nostro sito e dirigono l’attenzione degli utenti verso il compimento delle azioni desiderate per procedere nel percorso di vendita. È dunque molto importante avere ben chiaro dall’inizio l’intento ed il posizionamento dei CTA nella struttura della pagina che le conterrà.

Social Proof

Per social proof si intendono quei componenti della pagina che servono a rinforzare la validità delle informazioni e dei prodotti offerti, un semplice social proof può essere rappresentato da una widget che mostra il conteggio delle condivisioni social della pagina in esame o magari il numero ed il rating delle recensioni di utenti che hanno già acquistato il prodotto in questione. Considerando che la maggior parte di noi cerca l’approvazione implicita o esplicita da parte di altre persone riguardo i propri acquisti, il social proof è certamente una componente da non sottovalutare.

Tabelle comparative

Sempre nell’ottica di mettere in condizione l’utente di poter fare la scelta più appropriata al proprio caso, creare delle tabelle o un sistema che permetta di comparare prodotti simili con caratteristiche e prezzi differenti, è sicuramente un punto di vantaggio. Molto spesso infatti gli utenti di un e-commerce, non potendo chiedere informazioni ad un commesso si trovano davanti ad un prodotto che magari eccede il loro budget o che non risponde esattamente alle loro necessità. Una rapida comparazione tra prodotti simili può determinare la differenza tra un carrello abbandonato ed un acquisto.

Trust badges

I “trust badges” sono componenti essenziali per ogni e-commerce, si tratta di piccoli paragrafi di testo, spesso accompagnati da icone o immagini che rassicurano l’utente circa i servizi offerti dal sito; “Acquisti sicuri con PayPal”, “Accettiamo queste carte di credito”, “Questo sito è protetto con tecnologia SSL” e “Spedizioni in 24h in tutta Italia”, sono tra i più comuni e quando opportunamente utilizzati e posizionati possono rappresentare l’ultimo elemento di “spinta” all’acquisto, rispondendo alle obiezioni più diffuse tra gli utenti. Trovano il loro posizionamento ideale in fondo alle nostre landing pages, nelle pagine di prodotto, nel carrello e nella pagina di checkout o possono essere integrati nel footer del sito.

Progettazione grafica del sito

Dopo aver dato uno sguardo a come prepare i materiali per il nostro e-commerce e quali sono le cose da tenere in considerazione è giunto il momento di progettare il sito a livello di interfaccia grafica. Abbiamo già visto in precedenza come con WordPress e Woocommerce sia possibile personalizzare, attraverso temi e plugins, sia l’aspetto del sito che le sue funzionalità. Ovviamente, come per tutte le cose, arrivare ben preparati alla fase di sviluppo ridurrà notevolmente i tempi ed i costi legati al sito, l’interfaccia grafica è proprio una delle fasi più importanti in questo senso. Anche se non realizzeremo il sito da soli può essere di grande aiuto avere un’idea di massima di ciò che va fatto e dell’aspetto che vogliamo dare al sito. Il web-design è una disciplina complessa che comprende sia l’aspetto visuale, il marketing e l’ottimizzazione del sito, per questo motivo è necessario andare per steps e considerare le varie fasi una per una.

Creare un Wireframe

La prima cosa che va creata in termini di progettazione grafica del sito è il wireframe. Il wireframe è uno schema che rappresenta lo scheletro delle nostre pagine, una ricostruzione sommaria senza dettagli grafici che serve per decidere dove e come posizionare tutti i vari elementi che compongono le varie pagine del sito. Un wireframe può essere creato a mano, facendo degli schizzi su carta o può essere creato utilizzando software grafici adatti allo scopo. Una volta decisa la pagina che vogliamo creare andremo ad impilare, uno sotto l’altro, tutti i componenti della pagina, divisi in sezioni organizzate seguendo il percorso logico di acquisto adatto ai nostri prodotti o servizi e tenendo in considerazione a quale punto del percorso si trovano i nostri utenti. La maggior parte delle pagine inizierà con un header, un’intestazione spesso composta da immagini e titolo della pagina, è molto comune, nell’header, trovare uno slider, cioè un componente che fa scorrere diverse immagini e messaggi in maniera automatica. Questa parte iniziale delle pagine è anche detta contenuto “above the fold”, ovvero il contenuto che è immediatamente accessibile senza dover scrollare la pagina in basso. Tutto ciò che si trova al di sotto del “fold” viene chiamato “corpo” della pagina e generalmente contiene vari componenti alternati in diversi sezioni. Nel creare un wireframe non è necessario che il nostro bozzetto sia fedele graficamente al risultato voluto ma è opportuno utilizzare elementi di notazione comuni in modo da poter comunicare al designer o allo sviluppatore la posizione dei vari elementi in pagina.

Creare un Mockup ad alta definizione

Il passo successivo al wireframe è chiamato “mockup”, si tratta di un prototipo statico, una rappresentazione visuale del sito, non cliccabile, generalmente creata con software grafici appositi come Adobe Photoshop, Sketch o Adobe XD. Un mockup serve a definire in maniera completa l’aspetto del sito, prima di tradurlo in codice, ci permette di testare varie combinazioni di fonts e colori, il tipo di foto che verranno utilizzate, tutto nell’ottica di risparmiare tempo (e denaro). Il mockup al contrario del wireframe, deve essere il più dettagliato possibile ed in questo senso è molto utile inserire foto e testi reali in questa fase anche per rendersi conto dell’impatto che questi andranno a creare sulle nostre pagine. Per questi motivi, generalmente il mockup va affidato a mani esperte, un grafico potrebbe essere in grado ma generalmente ci si riferisce a designers veri e propri che conoscono anche le limitazioni della tecnologia e dello sviluppo di codice e ne terranno conto durante la progettazione grafica del sito. Inutile avere un bel “disegnino” del nostro sito se poi la maggior parte delle “acrobazie” grafiche andranno ignorate perché troppo lunghe o troppo costose in termini di realizzazione… Un buon web-designer non solo può produrre grafiche eccellenti ma conosce perfettamente le tecnologie con cui queste “riproduzioni grafiche” verranno sviluppate e ne terrà conto in fase progettuale.

Creare un prototipo demo funzionale

Una volta ottenuto un mockup che soddisfi le nostre esigenze al livello di business e quelle dell’utente in termini di accessibilità ed usabilità, è il momento di creare un demo cliccabile. Un demo altro non è che una versione ridotta del nostro sito, con il numero minimo di prodotti e servizi attivi per testare le funzionalità e tutto il flusso a cui l’utente sarà sottoposto per effettuare l’acquisto. Un demo serve ad esplorare le migliori tecnologie utilizzabili ed anche a far emergere tutti quei problemi progettuali che vanno necessariamente risolti prima dello sviluppo vero e proprio. Generalmente il demo è ospitato su un dominio di proprietà dello sviluppatore o dell’agenzia a cui abbiamo affidato il lavoro, in alcuni casi potrebbe essere realizzato “in locale” ovvero sul computer del designer o dello sviluppatore e presentato durante un meeting. Lo scenario migliore è ovviamente di averlo online in modo da poterlo testare su diversi dispositivi mobili e non. Inoltre avere un demo accessibile online ci permetterà di familiarizzare con il back-end, ovvero l’interfaccia di gestione del sito con cui dovremo necessariamente avere a che fare nella gestione giornaliera del nostro sito. Pensare di costruire un sito senza conoscerne il funzionamento è una forma di “follia” che, purtroppo, affligge moltissime aziende ed imprenditori senza esperienza.

Come funziona un sito internet

Arrivati a questo punto è doveroso fermarsi un attimo a riflettere. Comprereste un’automobile senza aver preso lezioni di guida? Senza conoscere il codice della strada? Senza avere la benché minima idea di come funziona una strada e delle dinamiche che avvengono nel traffico? Immagino che la risposta sia “No!”. Proprio per questi motivi in questo capitolo diamo un ultimo sguardo alla teoria dietro un e-commerce facendo un salto indietro, prendendo una visuale dall’alto di tutta la faccenda. Prima di tutto, è bene chiarire un punto fondamentale, ogni volta che un utente clicca su un link al nostro sito o digita l’indirizzo nel browser ( programma utilizzato per la navigazione, es: Google Chrome) parte una richiesta che attraversando vari nodi della rete internet arriva al computer che ospita il nostro sito, il quale dovrà impacchettare tutte le informazioni richieste ed inviarle di ritorno verso l’utente che vedrà comparire le nostre pagine.

Come viaggiano i dati su internet

Questi dati viaggiano su un protocollo chiamato “http” o “https”per siti sicuri. Per differenziare i vari siti e gli utenti, ad ogni computer collegato alla rete internet viene affidato uno o più indirizzi chiamati indirizzi IP (ip significa internet protocol). Questo genere di indirizzo è composto da 4 sequenze numeriche di 3 cifre tipo 255.255.255.255, ovviamente risulterebbe difficile ricordarsi di tutti gli indirizzi IP dei siti che visitiamo ed è per questo motivo che la forma numerica dell’IP address viene normalmente “mascherata” da un nome di dominio. Sulla rete internet ci sono dei computer appositi posti ai nodi di scambio della rete chiamati DNS o domain name servers. I DNS si occupano di “tradurre” i domini che digitiamo nel nostro browser in indirizzi IP numerici, cosicché digitando il dominio google.com il DNS saprà che l’indirizzo reale corrisponde ad esempio a 64.233.160.0 (uno dei moltissimi indirizzi che google utilizza per soddisfare i milioni di richieste degli utenti)

Il dominio del sito

Come visto sopra, un sito internet deve necessariamente avere un “nome”, questo nome è chiamato in gergo internet “dominio”. Il dominio è fondamentale per far si che persone e computers possano raggiungere il nostro sito, è quindi bene scegliere un nome che sia facile da scrivere e ricordare e che non sia troppo lungo o specifico. Il dominio viene acquistato attraverso un erogatore di servizi chiamato “registrar”, un ente o società a cui pagheremo una quota annuale per l’utilizzo del nome. Attenzione, il nome che “acquistate” è concesso dietro il pagamento di una quota con rinnovo. Questo significa che una volta scaduto il contratto, nel caso non venisse rinnovato, il nostro dominio verrà messo all’asta e noi perderemo ogni diritto di utilizzo. Subito dopo aver deciso il nome del sito dovremo anche decidere quale sarà l’estensione del nostro dominio.

Estensioni di dominio

Le estensioni di dominio sono suddivise in tipologie e di solito vengono scelte in base alla funzione che il sito ricopre o al mercato al quale si riferisce. Generalmente un sito a carattere commerciale, con un mercato internazionale utilizzerà l’estensione “.com”, altri magari a carattere nazionale possono avere estensioni della nazione al quale si riferiscono, ad esempio “.it” per l’Italia. Se il sito è di una associazione, fondazione o organizzazione non governativa l’estensione sarà probabilmente “.org” (es: wikipedia.org). Nel caso di domini governativi viene usata l’estensione “.gov” e per enti scolastici ed università è molto comune l’estensione “.edu”. Ad eccezione del “.edu” e del “.gov”, riservati ai rispettivi enti ed istituzioni, è possibile scegliere l’estensione che più ci piace. Tenendo in considerazione che lo stesso dominio con estensione differente può avere costi molto diversi tra loro. Ad esempio i domini “.com” generalmente molto richiesti, sono di solito più costosi delle loro controparti nazionali “.it”, “.fr”, “.de” etc…

Sottodomini

Ultima componente del dominio è il sottodominio. Di default il nostro sito sarà accessibile all’indirizzo scelto sotto forma di “nomesito.it” e “www.nomesito.it” dove “www” rappresenta la dicitura “World Wide Web”, cioè ad indicare l’appartenenza del sito alla rete mondiale del web. In alcuni casi però troviamo siti come “shop.nomesito.it” o “blog.nomesito.com”. Queste particelle messe davanti al nome del sito stanno ad indicare un sottodominio, una sezione separata e distinta dal sito principale che generalmente viene utilizzata per un servizio specifico, come ad esempio uno shop oppure un blog. Questo avviene ad esempio perché è possibile utilizzare diverse tecnologie per diverse aree del sito, o perché vogliamo dividere i contenuti del nostro sito per diverse tipologie di pubblico, infatti un altro uso tipico dei sottodomini è quello dei siti multilingua in cui il sottodominio fornisce la copia tradotta del sito con informazioni localizzate nelle lingue servite (es: it.nomesito.com, fr.nomesito.com, etc…)

Scelta del server e dello spazio hosting

Una volta acquisito il dominio desiderato (buona fortuna…) dobbiamo anche preoccuparci di noleggiare uno spazio online dove vivrà il sito. In gergo questo spazio è chiamato “hosting” e regolarmente si tratta di una porzione di spazio su un computer che è 24 ore su 24 online 365 giorni all’anno. Questo tipo di computer è chiamato “server” nel senso che “serve” continuamente il contenuto del nostro sito agli utenti che ne fanno richiesta. La scelta del server giusto è molto importante in quanto è uno dei fattori principali che determina il funzionamento e la velocità del sito. Se stiamo costruendo un piccolo e-commerce e prevediamo di avere pochi (poche migliaia) di utenti mensili, pochi prodotti e non troppi ordini nel database, possiamo scegliere un hosting “condiviso” con altri siti simili al nostro. Questa opzione è regolarmente la più economica con costi che partono da poche decine di euro al mese. In questo caso però le performance del server saranno ridotte e potrebbe capitare di avere dei rallentamenti del sito durante le ore ei giorni di maggiore affluenza di utenti.

Hosting dedicato

Nel caso il nostro sito abbia migliaia di prodotti e decine di migliaia di utenti mensili con relativa mole di ordini, la soluzione migliore è prendere un server dedicato, cioè un computer che viene completamente assegnato al nostro sito. Questa opzione sebbene sia molto più costosa, anche dieci volte di più di un hosting condiviso, è sicuramente la migliore per progetti di una certa dimensione e ci assicurerà una marcia in più rispetto alla concorrenza, aiutando anche in termini di posizionamento sui motori di ricerca, questo perché come abbiamo visto in precedenza, la velocità del sito è uno dei principali fattori di ranking su motori come Google e Bing.

Sistema operativo del server

Ultima cosa da tenere in considerazione quando scegliamo il server è il tipo di sistema operativo del server stesso. Nel caso di WordPress è consigliabile scegliere sempre sistemi basati su Linux Apache che supportano PHP (il linguaggio di WordPress) versione 7 o superiore. Server basati su windows possono funzionare, con scarsi risultati e normalmente risultano datati o non in grado di offrire sicurezza e compatibilità totali. Da evitare.

Installazione e configurazione del CMS

Ora che ci siamo schiariti le idee sul funzionamento di un sito internet possiamo passare a parlare dell’installazione del CMS.

Un CMS (Content Management System) è un sistema di gestione dei contenuti, ce ne sono molti ed in particolare il più diffuso al mondo è WordPress. I siti creati in WordPress rappresentano circa il 30% dei siti esistenti, cioè per darvi un numero più o meno preciso, circa 75 milioni di siti internet sugli oltre 175 milioni di siti esistenti.

Questo è dovuto sia alla facilità d’uso di WordPress, sia alla sicurezza ed affidabilità di questo sistema rispetto ad altri meno diffusi come Drupal, Joomla, Wix etc…

Scaricare ed installare WordPress

Prima di installare WordPress sul nostro spazio di hosting, dobbiamo prepare un database che conterrà tutte le informazioni ed i contenuti che compongono il nostro sito. Il tipo di database è chiamato MySql. Una volta creato il database ed ottenute le informazioni necessarie per il collegamento del db con WordPress possiamo iniziare il processo di installazione.

Il pacchetto di installazione di WordPress può essere scaricato gratuitamente dal sito wordpress.org in formato compresso Zip. Una volta scaricato, il pacchetto va decompresso e trasferito in una cartella sul nostro hosting. Questa operazione di caricamento dei files va eseguita attraverso il protocollo FTP (File Transfer Protocol) utilizzando un software apposta come FileZilla, scaricabile sempre gratuitamente dal sito filezilla-project.org.

A trasferimento eseguito, per iniziare l’installazione ci basterà visitare il nostro sito all’indirizzo www.nomesito.com, dove verremo accolti dalla finestra di installazione di WordPress.

Installazione

Il processo di installazione dura pochi minuti e consiste nell’immettere il nome del database, l’indirizzo dell’hosting del database, il nome utente e la password per accedervi. Il secondo passo sarà quello di creare un nome utente per l’account di amministratore del sito e scegliere una password sicura, vi consiglio di accettare quella autogenerata da WordPress, generalmente molto complessa e di annotarla in un file di testo per gli accessi al sito.

Una volta completata questa operazione WordPress è installato! Tutto qui.

 

Accedere al pannello di controllo (back-end dashboard)

Se la nostra installazione è regolare, per accedere al pannello di controllo del sito basterà visitare l’indirizzo nomesito.com/wp-admin, ci verrà richiesto di inserire il nome utente e la password scelti in fase di installazione ed una volta entrati ci troveremo nell’area principale del pannello di controllo di WordPress, la bacheca. Da qui è possibile creare nuove pagine, creare articoli del blog, installare temi per la personalizzazione del sito e plugins per aggiungere funzionalità specifiche.

Pagine di Privacy e Condizioni di Servizio

Una buona cosa da fare immediatamente, appena abbiamo installato WordPress è quella di creare e pubblicare le pagine di Gestione della Privacy e dei Dati Personali e la pagina contenente i Termini e Condizioni del nostro shop. È possibile utilizzare generatori online per i testi di queste pagine che successivamente andranno personalizzati secondo le esigenze e gli scopi della vostra attività, per farvi un’idea di quello che occorre potete visitare le rispettive pagine di uno o più e-commerce dai quali acquistate regolarmente. Un buon generatore online si trova sul sito iubenda.com, ce ne sono molti altri ma iubenda è una delle poche società che permette di generare una Privacy gratuita fino al raggiungimento di 2000 visite alla pagina. Un altro consiglio che posso darvi è quello di utilizzare il generatore di Termini e Condizioni messo a disposizione da Shopify, che pur essendo in inglese rappresenta un buon template di partenza per poter generare un documento abbastanza sicuro in termini legali. Ovviamente, trattandosi di questioni legali, il parere di un avvocato è la soluzione migliore sia per quanto riguarda la Privacy che per i Termini di Servizio.

Plugins

Di base WordPress è strutturato come sito personale o blog, per poter aggiungere funzionalità complesse come quella dell’e-commerce vanno installati vari plugins a seconda del tipo di funzionalità che il nostro shop richiede.

Plugins necessari

Qualunque sito su internet è vulnerabile ad attacchi di hackers o programmi cosiddetti “malware” cioè con intenzioni maligne. Per evitare di finire vittima di tali circostanze esistono, proprio come gli antivirus per i computers, dei plugins specifici che consentono di rendere il nostro sito resistente a questo tipo di attacco. Questi plugins sono detti “firewall”. Uno dei più usati tra gli utenti di WordPress e che mi sento di consigliarvi si chiama Wordfence. Per installarlo ci basterà andare alla voce Plugins nella barra a sinistra della bacheca e successivamente cliccare su “aggiungi nuovo”. Verrà aperto il repositorio dei plugins di WordPress e cercando Wordfence ci verrà proposta l’installazione che avverrà semplicemente cliccando su “installa” e poi “attiva”. Quando Wordfence viene attivato per la prima volta ci verrà aperta una guida passo-passo per la configurazione e se il nostro hosting è un regolare server linux l’installazione sarà “rapida ed indolore”.

Yoast SEO

Altro plugin necessario da installare subito è Yoast. Yoast è un plugin che aiuta nella SEO, l’ottimizzazione per i motori di ricerca) e ci permetterà di gestire le parole chiave assegnate ad ogni pagina e gestire l’aspetto con cui le nostre pagine compariranno tra i risultati di ricerca di motori come Google o Bing. Yoast è anche molto utile per generare la mappa del sito (sitemap) che andrà inviata a Google una volta che il sito sarà pronto per essere indicizzato. Come per Wordfence ci sono molte alternative anche per questo ma Yoast è sicuramente il plugins più diffuso e proprio come Wordfence la versione gratuita contiene già la maggior parte delle funzionalità di cui avremo bisogno.

WP Fastest Cache e Autoptimize

Altri due plugins che dobbiamo considerare di installare, una volta personalizzato tutto l’aspetto del sito, sono WP fastest cache e Autoptimize. Questi due plugins, ancora una volta completamente gratuiti, sono responsabili della velocità del sito; WP fastest cache crea copie statiche delle nostre pagine (cache) e abilita la compressione lato server con gZip, mentre Autoptimize pulisce e comprime il nostro codice html, css e javascript rendendolo più facile da “digerire” ed elaborare dai browser utilizzati dagli utenti.

Cookies e GDPR

Infine per tutti gli shop che risiedono in Europa ed intendono avere clienti Europei, la legge richiede l’installazione di un plugin per Cookies e GDPR. Il plugin dei cookies è un semplice plugin che blocca l’esecuzione dei codici analitici, come ad esempio Google Analytics e Facebook Pixel, richiedendo all’utente l’accettazione di questi codici traccianti e notificando l’utilizzo degli stessi mediante un messaggio pop-up o un banner che deve essere attivato e presente su tutte le pagine del sito. In questo contesto viene anche chiesto all’utente di leggere ed accettare la politica di Privacy del nostro sito.

Installazione di Woocommerce

Anche se Woocommerce di per sé è un plugin, proprio come quelli che abbiamo visto finora, il fatto che sia molto complesso in termini di funzionalità e che rappresenta il cuore del nostro e-commerce, lo rende un caso a parte da guardare nel dettaglio.

Woocommerce può essere installato come un normale plugin direttamente dal repositorio di WordPress, accessibile dalla barra laterale della dashboard alla voce Plugins > Aggiungi nuovo. Una volta installato ed attivato vedremo comparire due nuove voci nella barra laterale: “Woocommerce” e “Prodotti”.

Subito dopo l’installazione è possibile eseguire una breve configurazione guidata che ci aiuta ad inserire tutte le informazioni di base del negozio, una volta ultimata la procedura, siamo pronti per inserire tutti i dettagli, regole e prodotti per preparare il nostro shop.

Scelta del tema da installare

Se avete già scelto un tema con supporto per Woocommerce vi ritroverete anche i templates di pagina necessari per la personalizzazione dello shop, in caso contrario, un ottimo tema gratuito da cui partire è “Storefront”, il tema è mantenuto dagli stessi sviluppatori di Woocommerce ed offre la massima compatibilità e supporto oltre che tutti i componenti necessari per il nostro e-commerce. Potete scaricare Storefront dal repositorio dei temi di WordPress dalla barra laterale sotto la voce Aspetto > Temi > Aggiungi nuovo tema, una volta scaricato ed installato il tema va attivato da Aspetto > Temi > Attiva.

A che punto siamo

A questo punto se tutto è andato bene, dovreste trovarvi in questa situazione:

  • WordPress installato
  • Privacy e Condizioni di Servizio pubblicati
  • Plugins per sicurezza e SEO installati
  • Plugins per ottimizzazione della velocità installati
  • Plugins per la gestione di cookies e GDPR installati
  • Woocommerce installato
  • Tema Storefront installato (o altro tema con supporto woocommerce)

Se vi manca qualche punto, tornate ai capitoli precedenti e seguite le istruzioni come riportato nel capitolo relativo.

Configurare i metodi di Pagamento

La prima cosa che vi suggerisco di configurare, una volta installato Woocommerce, sono i metodi di pagamento. Woocommerce offre moltissime integrazioni per i più disparati sistemi di gestione e ricezione del denaro online, molte banche e processori di pagamenti offrono estensioni ed integrazioni per Woocommerce. Per brevità in questo corso vedremo uno dei metodi di pagamento più comuni e più usati sul web, PayPal.

PayPal

PayPal vi assicura che le transazioni avverranno in un ambiente protetto e sicuro, aprire un account merchant è gratuito ma richiede l’invio della documentazione relativa alla società. Inoltre PayPal tratterrà una percentuale sui vostri incassi a titolo di costo del servizio.

Una volta aperto e configurato l’account PayPal, basterà inserire l’email sulla quale vogliamo ricevere i pagamenti, l’email utilizzata per il conto PayPal. Tutto qua! Ora siete pronti a ricevere denaro dal vostro e-commerce.

Altri metodi

Altri metodi di pagamento che potete configurare da subito, nel caso voleste utilizzarli, sono il bonifico bancario (sconsigliato) e il pagamento alla consegna.

Personalmente vi sconsiglio di utilizzare il bonifico bancario per due ragioni:

  • Il denaro impiega molto più tempo per essere trasferito nel vostro conto
  • Una volta ricevuto il bonifico dovrete controllare manualmente il processamento dell’ordine e fare match tra nome dell’utente che ha acquistato e nome del proprietario del conto corrente che ha effettuato il bonifico. Probabilmente un sacco di lavoro se riceverete molti ordini. Inoltre, l’utente dovrà aspettare qualche giorno prima di ricevere conferma della spedizione e questo comporta una pessima esperienza d’acquisto.

Per quanto riguarda il pagamento alla consegna dovrete applicare un costo aggiuntivo all’operazione, per questo vi rimando al vostro corriere o al sito delle poste. Anche in questo caso dovrete aspettare un bel po’ prima di ricevere il denaro. A volte anche 15-30 giorni dalla spedizione.

Cosa vendete?

Per decidere se questi metodi di pagamento fanno al caso vostro dovreste considerare la natura dei prodotti che state vendendo ed il loro prezzo. Se si tratta di materiali voluminosi e costosi, o di acquisti aziendali, probabilmente il bonifico bancario ha senso. Difficilmente cifre oltre i 1000 euro passano per una carta di credito.

In tutti gli altri casi, PayPal può essere utilizzato tranquillamente con una carta di credito anche da persone che non hanno un conto PayPal personale.

Configurare le regole di spedizione

Per quanto riguarda le spedizioni, Woocommerce offre un sistema abbastanza completo per gestire la spedizione dei vostri prodotti attraverso classi di spedizione che possono avere diversi prezzi, prezzo fisso o spedizione gratuita e possono essere divise per zone geografiche.

Corrieri espressi

Se utilizzerete un corriere espresso dovrete richiedere un prospetto contenente i costi relativi alla zona, volume e peso dei pacchi che invierete. In questo caso probabilmente un plugin aggiuntivo sarà richiesto, il plugin può essere fornito dal corriere, come ad esempio fa UPS, che offre un sistema completo di calcolo del costo, tempi e stampa delle etichette di spedizione. Oppure potete installare uno dei “mille” plugin gratuiti o professionali, disponibili nel repositorio di WordPress, cercando quello che fa al caso vostro.

Buone pratiche

Una buona norma per uno shop “giovane”, appena aperto, è quello di incorporare il costo di spedizione nel prezzo del prodotto ed offrire la “spedizione gratuita” oltre una certa soglia di spesa. Questa pratica facilita l’acquisto e vi renderà facilissimo gestire tutto il discorso delle regole di spedizione, in questo caso infatti non dovrete far altro che configurare una classe di spedizione “gratuita” e poi assegnarla a tutti i prodotti del vostro shop. Stessa procedura può essere seguita per impostare un costo fisso di spedizione per ogni prodotto.

Come abbiamo visto all’inizio di questo corso, è bene arrivare a questo punto con le idee chiare circa metodi, corrieri e costi di spedizione. Se intendete far pagare la spedizione al cliente, la configurazione di un plugin di spedizione che fornisca il calcolo del costo in fase di checkout può essere lunga e tediosa, soprattutto se non abbiamo idea di quanto costa spedire cosa e dove…

Creazione delle categorie di prodotto

Come abbiamo visto in precedenza, le categorie sono necessarie sia all’organizzazione interna del catalogo di prodotti sia per gli utenti che faranno affidamento proprio alle categorie per poter navigare il nostro shop in maniera efficiente. Sebbene sia possibile assegnare e creare categorie direttamente dalla pagina di creazione del prodotto, è buona pratica crearle per tempo così da rendere il processo più semplice in fase di importazione o creazione dei prodotti.

Per creare una categoria di prodotti dobbiamo andare nella barra laterale alla voce “Prodotti > Categorie” da qui accediamo all’interfaccia di creazione delle categorie.

Categorie e sottocategorie

Possiamo creare le categorie primarie e successivamente creare le sottocategorie specifiche per ognuna delle primarie, nel caso sia necessario. Una buona regola in questo caso è quella di non eccedere creando molti livelli di categoria, nella maggior parte dei casi sarà sufficiente creare una categoria primaria, un primo livello di sottocategorie e magari un secondo livello di sottocategorie relativo ad esempio agli accessori o ricambi.

Nella finestra di creazione della categoria dobbiamo specificare il nome della categoria, lo “slug”, cioè il termine che verrà utilizzato per la creazione dei link alla categoria (senza accenti, caratteri speciali o maiuscole) e specificare se la categoria creata è una categoria primaria o se è “figlia” di qualche categoria o sottocategoria creata in precedenza. È anche possibile inserire un’immagine che rappresenti la categoria e specificare il tipo di visualizzazione della categoria nella pagina archivio relativa, possiamo impostare la visualizzazione dei prodotti contenuti nella categoria, la visualizzazione delle sottocategorie o entrambi.

Categorie da file CSV

Le categorie possono anche essere create in fase di importazione dei prodotti da file CSV, il formato per la colonna categorie è il seguente: “categoria 1, categoria 2 > sottocategoria, categoria 3 > sottocategoria > sotto-sottocategoria, etc…” Nel caso in cui Woocommerce incontrerà categorie o sottocategorie esistenti queste verranno assegnate al prodotto, in caso contrario le categorie e sottocategorie non esistenti verranno create e successivamente assegnate.

Inserimento dei Prodotti

Inserire prodotti in Woocommerce è un processo abbastanza semplice che può essere fatto in principalmente con due modalità; inserire i prodotti manualmente uno ad uno, oppure, inserire tutto il nostro catalogo tramite l’importazione di un file CSV (Comma Separated Values) generato con un foglio elettronico come Excel o Google Spreadsheets.

Inserimento manuale

Per inserire i prodotti manualmente possiamo andare alla voce Prodotti nella barra laterale e cliccare su “Aggiungi Nuovo”.

La finestra di creazione del prodotto è simile a tutte gli altri editor di WordPress, in cima troviamo il nome del prodotto, subito sotto troviamo la descrizione del prodotto, questo testo comparirà nella tab “descrizione” nella pagina prodotto, sotto alla descrizione troviamo tutti i parametri del prodotto, la prima cosa che ci viene chiesta è la tipologia di prodotto; un prodotto può essere di diversi tipi:

  • Prodotto semplice
  • Prodotto Raggruppato (contenente più prodotti singoli, ad esempio un kit)
  • Prodotto esterno o Affiliato (ad esempio se promuoviamo prodotti di Amazon etc…)
  • Prodotto Variabile (ad esempio una t-shirt con diverse taglie, colori e disegni)

Dati del prodotto

Successivamente nella prima tab “Generale” troviamo l’inserimento del prezzo, possiamo anche aggiungere un prezzo di offerta con date di inizio e fine dell’offerta. Sotto la voce “inventario” troviamo i campi per la gestione del magazzino, possiamo inserire la quantità, chiedere a Woocommerce di aggiornare la quantità ogni volta che uno o più pezzi vengano comprati, impostare lo stato del prodotto come “disponibile, esaurito o su ordinazione” e possiamo anche decidere se il prodotto può essere acquistato singolarmente o no. Nella tab successiva chiamata “spedizioni” possiamo inserire tutti i valori che determineranno il costo della spedizione come: le misure, il peso e la classe di spedizione (come abbiamo visto in precedenza). Nella tab Prodotti correlati possiamo inserire i codici dei prodotti di up-sell e cross-sell, i prodotti up-sell sono prodotti simili a quello che l’utente sta guardando, che noi consigliamo per qualche motivo (miglior profitto, o brand in evidenza ad esempio) mentre i prodotti cross-sell vengono promossi nel carrello, sono anche conosciuti come “acquisti compulsivi” e di solito possono essere prodotti correlati o accessori del prodotto che si sta acquistando ma anche prodotti generici di cui abbiamo stock e vogliamo proporre, pensate ai cioccolatini alla cassa dei supermercati…

Attributi

La tab attributi è dove specifichiamo tutti gli attributi e le variazioni del prodotto in questione, ad esempio per una maglietta avremo l’attributo “taglia” con le variazioni “S, M, L, XL” e l’attributo colore con le variazioni dei colori disponibili. Qui possiamo anche inserire attributi globali, cioè validi per tutti i prodotti come ad esempio brand e collezione (autunno, estate, etc…)

Descrizione breve

Altra cosa importante è la “descrizione breve”, si tratta di un testo che comparirà sotto il nome del prodotto e che a seconda del tema utilizzato potrà essere mostrato anche negli elenchi di prodotto, le pagine archivio di cui abbiamo discusso in precedenza.

Nella barra a destra infine, troviamo la possibilità di inserire ed assegnare le categorie del prodotto, i tags e le immagini del prodotto.

Inserimento massivo tramite importazione

Mentre la creazione dei prodotti eseguita manualmente può essere una buona pratica per piccoli shop con poche decine di prodotti, nel caso di un catalogo con centinaia di prodotti il processo potrebbe risultare lungo e abbastanza inefficiente. Woocommerce in questo caso ci viene in aiuto permettendo l’importazione massiva dei prodotti da un file chiamato CSV. Un file CSV altro non è che un foglio di calcolo, ad esempio generato con excel o google spreadsheets, che contiene i nostri prodotti divisi per righe con tutte le informazioni per ogni prodotto specificate in diverse colonne. È possibile scaricare un file di esempio contenente tutte le colonne che ci occorre riempire oppure creare un prodotto a mano e poi successivamente esportare un file contenente il prodotto creato e le relative colonne.

Importare un CSV

L’importazione da file CSV è un processo delicato e per questo motivo è consigliabile sempre effettuare una copia del nostro database, tramite il processo di esportazione, prima di caricare le nuove informazioni. Per accedere alla funzione di import/export del database dobbiamo cliccare sulla voce “Prodotti > Tutti i Prodotti” nella barra laterale e poi cliccare sull’opzione desiderata (importa o esporta)

Una volta che avremo completato il nostro file di database con tutte le informazioni richieste possiamo avviare il processo di importazione da “Prodotti > Tutti i Prodotti > Importa”.

Crea o Aggiorna

Woocommerce ci permette di eseguire due tipi di importazione, la creazione di nuovi prodotti o l’aggiornamento di prodotti esistenti. In entrambi i casi il discriminante per capire se un prodotto esiste o meno è la colonna ID o la colonna COD. La colonna ID rappresenta un numero progressivo assegnato da Woocommerce a tutti i nostri prodotti, per differenziarli all’interno del database, mentre la colonna COD corrisponde allo SKU (Stock Keeping Unit) o codice del prodotto, normalmente assegnato dal produttore.

Avviando l’importazione ci verrà chiesto di “mappare”, cioè far coincidere, le colonne presenti nel nostro file con i campi previsti da Woocommerce, ad esempio noi potremmo aver utilizzato la colonna “codice” che andrà mappata con il campo COD di Woocommerce.

Valori per il file CSV

Per avere un’idea completa di tutti i campi e del tipo di valori accettati (numerico, alfanumerico o booleano) potete fare riferimento alla tabella pubblicata da Woocommerce a questo indirizzo: https://github.com/woocommerce/woocommerce/wiki/Product-CSV-Import-Schema#csv-columns-and-formatting

Software gestionali

È anche possibile collegare ed integrare Woocommerce con il vostro software gestionale attraverso l’uso di plugins specifici o integrazioni ad-hoc create da un programmatore ed eseguire l’importazione direttamente da lì. In questo caso probabilmente vorremmo anche configurare Woocommerce ed il software gestionale in modo che possano scambiarsi informazioni circa gli ordini, i clienti, i fornitori, i prezzi e lo stock disponibile per ogni prodotto. Dato l’elevato numero di plugins e software gestionali esistenti, non ci soffermeremo su questa parte della configurazione e vi rimando alla documentazione del vostro gestionale per quanto riguarda questa integrazione.

Impostazione delle email automatiche

Woocommerce offre la funzionalità di invio di automatico di email sia per i clienti del negozio che per il manager. Per impostare il contenuto e l’aspetto di queste email basta andare alla voce Woocommerce > Impostazioni > Email, accessibile come al solito dalla barra laterale di WordPress. I messaggi che possiamo configurare sono i seguenti;

Messaggi per il Manager

Nuovo Ordine
Ordine Cancellato
Ordine Fallito

Messaggi per il Cliente

Ordine in attesa
Ordine in lavorazione
Ordine Completato
Ordine Rimborsato
Dettagli dell’ordine e ricevuta
Nota per il cliente
Reset della Password
Nuovo Account creato

Per tutte queste emails possiamo personalizzare alcuni parti dell’aspetto ed inserire informazioni relative al nostro negozio/società.

Possiamo inserire i seguenti valori personalizzati:

  • Nome del Mittente
  • Indirizzo Email del mittente
  • Immagine di Intestazione (es: logo del negozio)
  • Testo per il Footer (es: ragione sociale, p.iva, recapiti ed indirizzo)
  • Colore di base
  • Colore dello sfondo
  • Colore dello sfondo del messaggio
  • Colore del testo del messaggio

Una volta inseriti i valori nei rispettivi campi possiamo vedere un’anteprima del template dell’email con le nostre personalizzazioni e successivamente salvare le informazioni inserite.

Creazione di Coupons

Un’altra funzione molto importante e pratica fornita da Woocommerce è la possibilità di creare dei coupons, codici promozionali, che offrono uno sconto in base a regole predefinite.

Per accedere alla creazione dei coupons dobbiamo andare alla voce Woocommerce > Codici Promozionali (Coupons) accessibile dalla barra laterale di WordPress.

La finestra di gestione dei coupons ci presenta l’elenco dei coupons creati, se esistono già, oppure la possibilità di crearne di nuovi. Entrando in modalità creazione, la prima informazione che ci viene richiesta è appunto il codice stesso. Da notare che il codice potrà essere scritto in maiuscolo o minuscolo dai clienti senza nessun problema, indipendentemente da come l’abbiamo impostato. È comunque buona regola creare codici semplici, brevi e comunicarli agli utenti in maiuscolo, per evitare problemi. Un tipico codice potrebbe essere “SCONTO15” o “GIUGNO20”

È possibile inserire una descrizione del codice sconto, che verrà mostrata nel carrello quando l’utente inserirà il codice nell’apposito campo di testo.

Successivamente all’impostazione del codice, dobbiamo definire il tipo di sconto che può essere: una percentuale, una cifra stornata sul totale del carrello oppure una cifra stornata per ogni prodotto.

Come funzionano i Coupons

Per capire meglio come funzionano i diversi tipi di coupons, prendiamo ad esempio un carrello contenente 3 t-shirts, ognuna del costo di €20 ed un codice sconto chiamato SCONTO10

SCONTO10 = -10%

Coupon Percententuale

3 t-shirts x €20 = €60

Sconto 10%

€60 – €6 = €54

SCONTO10 = -€10

Coupon sul Totale

3 t-shirts x €20 = €60

Sconto €10

€60 – €10 = €50

SCONTO10 = -€10

Coupon per prodotto

3 t-shirts x €20 = €60

Sconto €10 per prodotto

€60 – €30 = €30

Regole

Altre regole che possiamo assegnare nella tab “Generale”, sono il fatto che il coupon sia applicabile con la spedizione gratuita e la data di scadenza del coupon.

Nella tab successiva chiamata “Restrizioni” possiamo impostare tutte quelle regole intese a restringere i casi di applicazione e uso del coupon;

  • Subtotale minimo per applicare il coupon (es: minimo €50 di spesa)
  • Subtotale massimo (es: max €100 di spesa)
  • Uso individuale o cumulabile con altri coupons
  • Includere o escludere articoli in promozione
  • Includere o escludere determinati prodotti indicando lo SKU
  • Includere o escludere determinate categorie di prodotto
  • Assegnare la validità soltanto per determinati indirizzi email (molto utile per inviare sconti esclusivi alla nostra mailing list)

Limitazioni

Infine, nella tab “Limitazioni”, possiamo specificare il numero di volte che il coupon può essere usato (esempio solo per i primi 100 clienti) e possiamo anche specificare quante volte il coupon possa venire usato dalla stessa persona (di solito una volta).

Gestione di Woocommerce

Come un negozio vero e proprio anche un e-commerce necessità di attività di gestione giornaliera, in questo capitolo diamo uno sguardo alle principali attività che il manager del negozio dovrà affrontare periodicamente, alcune giornaliere, altre settimanali o mensili, a seconda delle vostre necessità e del numero di ordini che riceverete.

Gestione ed elaborazione degli ordini

Quando un cliente effettua un ordine sul nostro shop, Woocommerce invia due emails, una diretta al cliente per aggiornarlo sullo stato dell’ordine e una al gestore/manager del negozio per avvisare di un nuovo ordine in attesa di essere processato.

Pannello di controllo

Per accedere al pannello di controllo e gestione degli ordini dobbiamo andare nella barra laterale di WordPress alla voce Woocommerce > Ordini. Qui troviamo l’elenco degli ordini che riporterà informazioni di base come il numero d’ordine, l’email del cliente, la data e lo stato dell’ordine.

Di default, ogni ordine pagato con metodo di pagamento digitale online, viene automaticamente segnalato come “in lavorazione” questo perché si considera che l’ordine dovrà essere processato, impacchettato e successivamente spedito. A spedizione avvenuta l’ordine viene impostato come “completato”. Tutti gli ordini che utilizzano metodi di pagamento offline come bonifico bancario o assegno, sono automaticamente segnalati come “in attesa”, questo per permettere al gestore del negozio di verificare l’avvenuta ricezione dei fondi prima di procedere con la spedizione.

Modifica e Controllo ordini

Cliccando su uno degli ordini è possibile controllare e se necessario modificare le informazioni dettagliate dell’ordine. La finestra di gestione e modifica degli ordini ci presenta una prima tabella contenente i dettagli dell’ordine:

  • Numero di ordine
  • Tipo di pagamento utilizzato
  • Data di creazione
  • Stato dell’ordine
  • Tipo di account del cliente (cliente registrato o ospite)
  • L’indirizzo di fatturazione del cliente
  • L’email del cliente
  • Il recapito telefonico del cliente
  • L’indirizzo di spedizione del cliente

Subito sotto troviamo i dettagli degli articoli acquistati ed il tipo di spedizione che è stata scelta o applicata automaticamente insieme al costo della stessa.

Azioni per gli ordini

Nella colonna a destra troviamo le “azioni” disponibili per questo ordine

  • Inviare la ricevuta o i dettagli dell’ordine al cliente
  • Rinvio della notifica di nuovo ordine ricevuto
  • Rigenerare le credenziali per l’accesso ai downloads (nel caso di ordine di un prodotto virtuale scaricabile)

Note per l’ordine

Sotto troviamo la voce “Note sull’ordine”, qui vengono riportate tutte le fasi della lavorazione dell’ordine come ad esempio la ricevuta del pagamento e l’aggiornamento delle quantità in stock per i prodotti ordinati, Immediatamente sotto troviamo il campo di testo che ci permette di scrivere ed inviare note sull’ordine al cliente, molto utile nel caso voleste mandare raccomandazioni particolari sui prodotti, ringraziamenti o anche il numero di tracking della spedizione nel caso non stiate utilizzando un plugin che automatizza questo passaggio.

Gestione dei rapporti dell’e-commerce

Altro compito fondamentale per il gestore di un e-commerce è il controllo dello shop attraverso la generazione di rapporti. Se non avete collegato il vostro software gestionale a Woocommerce, niente paura! Woocommerce offre funzionalità avanzate per la creazione dei rapporti più comunementi utilizzati. Per accedere alla sezione dei rapporti possiamo cliccare sulla barra laterale la voce Woocommerce > Rapporti.

Una volta entrati nella finestra di generazione dei rapporti possiamo scegliere tre tipi di rapporti basati su:

  • Ordini
  • Clienti
  • Stock

La Tab Ordini

Nella tab “Ordini” troviamo la possibilità di generare rapporti circa l’andamento degli ordini, possiamo analizzare:

  • Vendite per Data
  • Vendite per Prodotto
  • Vendite per Categoria di prodotto
  • Coupons utilizzati per data
  • Downloads dei clienti (nel caso di prodotti digitali, virtuali e scaricabili)

La Tab Clienti

Nella tab “Clienti” possiamo analizzare il numero di clienti vs ospiti per data e consultare la lista dei clienti

La Tab Stock

Nella tab “Stock” troviamo l’elenco dei prodotti non disponibili, prodotti con bassa disponibilità e i prodotti con maggiore fornitura.

Esportazione

Tutti i rapporti generati possono essere esportati in formato CSV per un’ulteriore analisi dei dati in fogli di calcolo come excel e google spreadsheets o per essere importati nel vostro software gestionale.

Marketing per l’e-commerce

Nei capitoli precedenti abbiamo dato uno sguardo d’insieme al lato tecnico di un sito e-commerce, in questo capitolo daremo uno sguardo alle modalità di promozione ed acquisizione clienti per il nostro shop. Il vecchio detto “la pubblicità è l’anima del commercio” è forse uno dei mantra principali che dobbiamo tenere sempre in considerazione, nessuno shop online per quanto tecnicamente perfetto e visivamente accattivante può sopravvivere senza traffico. La promozione online, proprio come quella offline, si avvale di molti canali diversi e per ognuno di essi esistono strategie e tecniche che dobbiamo necessariamente conoscere per poter decidere quale fa al caso nostro e come sfruttarle al meglio.

I principali canali di contatto ed acquisizione di utenti sono:

  • Email
  • Social Media
  • Blog
  • Circuiti pubblicitari PPC (Pay Per Click)
  • Forum di nicchia
  • Aggregatori di notizie e directories

 Traffico organico e Pubblicità a pagamento

Il traffico internet va poi diviso in due tipologie, traffico organico, cioè il traffico che riusciamo a generare senza pagare direttamente un circuito pubblicitario ed il traffico a pagamento. Ognuno dei canali citati qui sopra può essere sfruttato con entrambe le modalità (organico e a pagamento) la scelta del tipo di approccio dipenderà molto da fattori interni all’azienda, come ad esempio il budget che si intende impiegare e le risorse umane a disposizione.

Traffico Organico

Se abbiamo a disposizione più tempo che denaro, la strategia migliore per generare traffico è il cosiddetto Content Marketing, cioè il marketing basato sulla produzione e pubblicazione continua e consistente di materiali informativi ed educativi. Pubblicando spesso con cadenza più o meno regolare, i nostri contenuti verranno trovati da utenti alla ricerca di “soluzioni” ai problemi per cui i nostri prodotti e servizi si pongono come risposta.

Una buona strategia in linea di massima prevede la ricerca di domande, frasi chiave ed argomenti cercati dagli utenti sul web, la creazione di un calendario delle pubblicazioni ed infine la preparazione dei materiali da pubblicare.

Content Marketing

Ci sono diverse scuole di pensiero su come creare e pubblicare consistemente materiali che possano attirare l’attenzione dei nostri utenti, per esperienza personale una delle migliori strategie è la cosiddetta “T shaped”. Il nome deriva dalla forma della lettera “T”, in pratica si tratta di creare materiali su un’ampia varietà di argomenti e successivamente andare in profondità su un verticale (nicchia) specifica. Questo vi posizionerà come esperti del vostro settore andando comunque a coprire i bisogni di audiences affini ai vostri prodotti, formate da utenti non necessariamente interessati specificatamente alla vostra nicchia ma possibilmente interessati a conoscere meglio i vostri prodotti e servizi.

Quali argomenti?

Per decidere quali argomenti trattare è necessario prendere due punti di vista diversi, le vostre conoscenze legate al vostro prodotto o servizio di punta e contemporaneamente, ciò che interessa ai vostri utenti, creando un mix adeguato che soddisfi entrambi.

Riutilizzare i contenuti

Altra cosa molto importante è la strategia di “ricondizionamento” dei materiali prodotti, considerando che ogni canale ha la sua forma di contenuto, dovremo creare i nostri materiali cercando di pensare a come riprodurli nei diversi formati nativi per ogni canale che vogliamo utilizzare. Ad esempio, un buon articolo di blog può essere riproposto in forma breve come post di Facebook, video per Youtube, galleria fotografica per Instagram e magari spezzato in diversi capitoli per l’invio di emails settimanali. Questo ridurrà il carico di lavoro necessario alla ricerca degli argomenti da trattare e vi darà una comunicazione consistente su tutti i canali che deciderete di attivare

Ci vuole pazienza e costanza

Un’ultima considerazione molto importante è che il traffico organico, gratuito, necessita di tempo per funzionare e convertire i nostri utenti in clienti. Considerando la legge dei 6 contatti, per cui un utente ha bisogno di almeno sei punti di contatto con il vostro brand prima di decidere se acquistare o meno, la velocità con cui convertirete sarà dovuta principalmente a quanti materiali pubblicherete e con quale cadenza. Se intendete pubblicare un contenuto al mese, la finestra di conversione media sarà di 6 mesi circa.

Il marketing online, specialmente le tecniche organiche, necessitano di tempo e soltanto gli imprenditori e le aziende più consistenti sono quelle che ne riusciranno a raccogliere i maggiori benefici. Molti dopo qualche mese senza risultati si arrendono. Male! La consistenza fa la parte del leone in questo gioco e bisogna davvero prepararsi a mesi di risultati zero prima di poter avere dati reali da analizzare e definire quali sono i veri risultati. Cercate di tenere duro, la vostra pazienza e consistenza verrà premiata.

Traffico a Pagamento

Altra cosa invece è raccogliere utenti con il traffico a pagamento. Il traffico acquistato tramite canali pubblicitari, quando il targeting è fatto bene, converte molto velocemente ed aiuta non poco in termini di morale e ovviamente, generando traffico sul vostro sito, anche in termini di SEO, aumentando le chance per le nostre pagine di comparire nella desiderata prima pagina dei motori di ricerca.

I due canali principali

I due canali principali, facilmente accessibili a quasi tutti i tipi di e-commerce, sono il circuito Facebook, che comprende Facebook, Instagram e la loro rete di partners e il circuito di Google Ads, che comprende i risultati di ricerca di Google, Youtube ed il network AdSense, composto da migliaia di siti che decidono di concedere spazi pubblicitari a Google.

Data l’ampiezza e la profondità dell’argomento, in questo corso non andremo nel dettaglio di come impostare ed eseguire campagne pubblicitarie su questi circuiti, per questo vi rimando ai corsi specifici di Google Ads e Facebook Ads. Inoltre per i più intraprendenti, sul web sono disponibili decine di migliaia di articoli di blog, video e tutorials gratuiti su questi argomenti. Una breve ricerca online vi restituirà talmente tanti risultati che probabilmente avrete l’imbarazzo della scelta.

Come funzionano

Proprio per questo motivo, mi preme di spiegare almeno cosa cercare e quando utilizzare Facebook e Google, dandovi un’infarinatura che in linea di massima vi metterà in condizione di scegliere il vostro percorso. Anche se a prima vista questi canali possono sembrare analoghi, c’è una differenza sostanziale tra i due circuiti che va presa in considerazione e che determinerà il tipo di messaggio pubblicitario ed il tipo di inserzioni che andrete a creare.

Facebook

Facebook è un social media, lo sappiamo tutti, pochi però considerano il punto di vista degli utenti di questa piattaforma, eppure è scritto chiaramente nella homepage del sito facebook.com; “Facebook ti connette con i tuoi familiari ed amici” (qualcosa del genere…).

L’intento conta

Un utente di Facebook si trova sul sito o sull’app per un motivo ed uno soltanto, per comunicare con la rete di persone che conosce e con cui interagisce nel mondo reale. Questo significa che il nostro marketing, a meno che non sia diretto ai vostri amici e familiari, risulterà come un intruso nel feed di aggiornamenti degli utenti di questa piattaforma. Per questo motivo il marketing su Facebook è chiamato “Marketing d’interruzione”. Raramente l’intento di un utente di Facebook è acquistare qualcosa quando si trova sulla piattaforma, molto probabilmente la nostra chance migliore è quella di pubblicare e promuovere post informativi ed educativi circa i nostri prodotti e servizi, praticamente in gergo si tratta di fare “brand awareness”, il risultato principale a cui dovremmo puntare su Facebook infatti è far conoscere il nostro brand, raccogliere likes sulla nostra pagina ed infine invogliare gli utenti a visitare il nostro sito. Questo per tentare al meglio di convertire il “cold traffic” cioè le persone che non ci conoscono in “warm traffic”, ovvero utenti che conoscono il nostro brand e che trovano una qualche affinità nei nostri prodotti e servizi. Viene da solo che convertire utenti che ci conoscono in vendite è sicuramente un lavoro molto più facile di cercare di convincere perfetti sconosciuti a fidarsi di noi e delle nostre offerte.

Google

Storia completamente opposta quando parliamo di Google Ads, gli utenti che accedono a Google per effettuare delle ricerche, così come su Youtube, sono alla ricerca di una soluzione immediata ad un problema. Poter comparire in un risultato di ricerca per una determinata frase chiave con intento di acquisto è il risultato finale al quale dovremmo mirare. Come abbiamo visto l’intento dell’utenza è la chiave fondamentale per il successo di qualunque campagna di marketing. La pubblicità su Google se ben fatta a livello di messaggio e targeting, può avere risultati immediati, risultando in vendite anche per siti relativamente giovani che non avrebbero chance in termini di traffico organico proprio per la mancanza di anzianità e traffico consistente.

Elemento essenziale per la pubblicità su Google sono i dati, dati sugli interessi del pubblico, dati sulle query di ricerca (frasi cercate dagli utenti) in modo da poter creare campagne targettizzate verso gruppi di utenti più specifici possibile.

Codici di tracciamento e remarketing

Abbiamo visto come conoscere il nostro pubblico e le abitudini degli utenti che ne fanno parte sia fondamentale, ovviamente non c’è modo migliore per conoscere il proprio pubblico se non quello di “tracciarlo”. Sia Google che Facebook ci danno la possibilità di tracciare i nostri utenti con dei codici particolari.

Analytics

Google Analytics è il codice e lo strumento di tracciamento messo a disposizione da Google, una volta integrato nel nostro sito ci consentirà di conoscere dati demografici ed interessi dei visitatori del nostro sito, tracciare il loro comportamente sul sito, come ad esempio conoscere tutto il percorso che hanno fatto, dalla frase inserita nel campo di ricerca di Google fino a quali pagine hanno visitato. Questo risulta essenziale per tarare i nostri messaggi sia a livello pubblicitario che sul sito.

Google Analytics si integra perfettamente con WordPress ed esistono centinaia di plugins gratuiti e non per la gestione del codice sulle nostre pagine, uno fra tutti il Google tag Manager.

FB Pixel

Il pixel di Facebook, analogamente a google analytics, è un codice che va installato tramite plugin o integrato direttamente nel codice delle nostre pagine. Tramite il pixel possiamo tracciare e marcare tutti gli utenti che visitano il nostro sito, sapere quali sono le pagine di entrata ed uscita sul nostro sito e tracciare le visite provenienti da eventuali campagne pubblicitarie sul circuito Facebook PPC. Una delle funzionalità più interessanti del pixel è quella di poter creare audiences affini di utenti su Facebook , simili negli interessi e comportamenti ai visitatori del nostro sito. Una volta ottenute almeno 100 visite da 100 visitatori unici sul nostro sito, è possibile generare un audience simile di centinaia di migliaia di persone presenti su Facebook, Instagram e sulla rete partner.

Email Marketing

L’email marketing è uno dei miei metodi di contatto preferiti per due motivi; prima di tutto se Google o Facebook dovessero cambiare le proprie politiche di accesso ai dati degli utenti o se dovessero “fallire” e scomparire come già accaduto per siti e servizi molto in voga una decina di anni fa, le email che abbiamo collezionato resteranno comunque nostre e potremo continuare a contattare i nostri utenti a prescindere da quale piattaforma utilizzeranno. Il secondo motivo è che per entrare in una lista email l’utente deve necessariamente conoscerci, essere interessato ai nostri materiali, prodotti o servizi e molto importante, l’utente deve darci il suo esplicito consenso a ricevere comunicazioni di carattere commerciale. Viene da se che una lista email è in realtà il gruppo di utenti più propenso all’acquisto!

Per attirare utenti e farli iscrivere alla nostra lista ci sono varie strategie, qualcuna più “dark” con sotterfugi e pratiche non proprio pulite, mentre altre, quelle che preferisco, più aperte e incentrate sul generare “valore” per i nostri utenti così da rendere l’iscrizione e le successive comunicazioni interessanti e d’aiuto per le persone che decideranno di entrare nel circolo.

Lead Magnet

Uno dei metodi “puliti” che prediligo e consiglio a tutti è l’utilizzo di un Lead Magnet, un “attira clienti” per tradurlo a crudo, il lead magnet altro non è che un materiale informativo-educativo che mettiamo a disposizione degli utenti dietro la richiesta del loro indirizzo email. Pensate a quante guide, liste, tutorials, PDF etc… avete incontrato sul web, ogni volta dietro richiesta del vostro indirizzo email, ecco quello era un lead magnet!

Creare differenti lead magnets per differenti prodotti, servizi e nicchie di mercato vi permetterà di segmentare i vostri utenti per tipologia di interesse e convogliarli in liste separate, ognuna specifica per il settore di interesse. Questo vi permetterà aumentare notevolmente le conversioni rispetto ad una lista generica.

Cosa Inviare

Pensare di poter inviare solo offerte commerciali è una follia! Immaginate se ogni volta che sentite un vostro amico, una persona di cui vi fidate, questo cerca inesorabilmente di vendervi qualcosa… Credo che in poco tempo probabilmente deciderete di non contattare più questa persona. Una lista email funziona proprio così, in questo senso, il mantra del grande imprenditore Gary Vaynerchuk; “Jab, Jab, Jab, Right Hook” ci ricorda che per ogni offerta commerciale che intendiamo “sparare” alla nostra lista, dovremmo produrre almeno 3-5 email informative ed educative, dovremo cioè cercare di essere d’aiuto alle persone che hanno deciso di ricevere i nostri messaggi. Cosa inviare è quindi presto detto, in un mese, se la vostra frequenza di invio è settimanale, dovreste inviare almeno 3 emails con contenuti che possano aiutare i vostri utenti a risolvere problemi e dubbi circa la vostra specifica nicchia di mercato, seguite da un messaggio promozionale magari con uno sconto speciale riservato solo agli iscritti alla lista. Aiutate i vostri utenti e fateli sentire parte di un gruppo “Premium”.

Quale servizio utilizzare

Per gestire una lista email ci sono diversi tipi di approccio. Potete affidarvi ad un servizio online come ad esempio Mailchimp, Aweber o Market hero, per citarne alcuni, oppure gestire direttamente la lista e l’invio dal vostro sito tramite plugins appositi come Mailpoet.

Le due soluzioni sono analoghe, nel senso che entrambe vi offrono la possibilità di creare templates di email personalizzati, gestire e segmentare i vostri utenti in diverse liste a seconda dell’interesse degli utenti, inviare email automaticamente in base alle azioni che gli utenti intraprendono e tracciare il comportamento dei vostri utenti come ad esempio l’apertura e lettura dei messaggi, click su links specifici etc…

Occhio allo SPAM

L’unica cosa da considerare è che se deciderete di utilizzare il vostro dominio e server per l’invio delle email c’è la possibilità che, nel caso le email vengano segnalate come SPAM, il vostro dominio finisca su una black-list e le successive email potrebbero essere bloccate dai client dei vostri utenti.

Il mio consiglio, se non avete molta esperienza in merito, è quello di utilizzare un servizio online, specificatamente Mailchimp che offre il servizio gratuitamente fino al raggiungimento dei 2000 utenti e che è molto facile da imparare.

In qualunque caso ricordate di integrare un form per l’iscrizione alla newsletter sul vostro sito con uno dei tantissimi plugins, gratuiti e non, disponibili per WordPress.

Blog per e-commerce

Mantenere un blog per il vostro e-commerce può essere un ottimo modo di ingaggiare i vostri utenti ed attirare nuovo traffico organico attraverso i risultati di ricerca di Google ed altri motori di ricerca. Un blog attivo, aggiornato frequentemente e con cadenza consistente è sicuramente uno dei pilastri del content marketing e probabilmente uno dei metodi che richiede meno impegno in termini di risorse economiche. Molto spesso mi viene posta la domanda “…avere un blog nel (inserisci anno) è ancora una pratica rilevante?” La risposta è semplice, un blog è e rimane una pratica rilevante fintanto che i nostri utenti riescano a ricevere del valore dai nostri articoli. Pubblicare contenuti educativi, informativi e che rispondano a domande reali della vostra audience è sicuramente rilevante, a prescindere da qualunque sia l’anno ed i trends in corso.

Cosa posso pubblicare?

Il blog di un e-commerce, a differenza di un blog personale dovrebbe essere incentrato su argomenti relativi ai vostri prodotti e servizi, dovrebbe rispondere a domande specifiche del vostro pubblico e non dovrebbe contenere opinioni personali su fatti di cronaca o mode del momento semplicemente perché sono “sulla bocca di tutti”. I contenuti che dovreste prediligere dovrebbero essere creati allo scopo di rispondere a dubbi, domande ed obiezioni che i vostri utenti possono avere circa i vostri prodotti e tutto quello che ci gira intorno. La tipologia di articolo che andrete a creare può variare moltissimo dipendentemente dal mercato nel quale operate ma in linea di massima questi sono alcuni esempi di articolo che potrebbero andare bene per la maggior parte degli e-commerce:

  • Guide all’acquisto (come scegliere un prodotto in base alle esigenze dell’utenza)
  • Comparazioni e recensioni di prodotti
  • Presentazione di nuovi prodotti
  • Tutorial sull’uso dei vostri prodotti
  • Guide “passo passo” per la realizzazione di lavori specifici
  • Soluzioni a problemi d’uso
  • Consigli per migliorare le performance dei prodotti
  • Piccoli progetti da realizzare nel tempo libero o nei weekends

Obiezioni comuni

Molto spesso ricevo questa obiezione dai miei clienti; “il mio prodotto (inserisci qualsiasi prodotto) è banale, noioso… ” o “non credo ci sia molto da dire su X…”

Per molti imprenditori, con un’idea chiara dei propri prodotti, tutto sembra banale, già sentito o senza necessità di essere spiegato nel dettaglio. Per i vostri utenti non è così! Mettetevi nei panni dei vostri utenti, cercate di ricordare l’ultima volta che avete acquistato qualcosa per la prima volta, quanti e quali dubbi vi hanno assalito, cosa temevate di più, qual era la vostra principale preoccupazione e regolatevi di conseguenza, creando articoli di blog che rispondano direttamente in maniera chiara a questi argomenti.

Cercate argomenti sul web

Un buon esercizio da fare per prendere il punto di vista dei vostri utenti è quello di consultare internet. Andate su Google ad esempio e inserite nel campo di ricerca il nome del vostro prodotto, il motore di ricerca creerà immediatamente delle ricerche “auto completate”, proponendo le domande e le ricerche più frequenti eseguite dagli utenti. Esistono addirittura dei siti web come “answerthepublic.com” dove vengono raccolte tutte le domande poste dagli utenti di internet per un determinato argomento o parola chiave. Provate ad eseguire una ricerca sul sito e vedrete che anche per il più semplice (apparentemente) dei prodotti che offrite, ci sono centinaia se non migliaia di domande poste dagli utenti che aspettano solo una vostra risposta.

Cosa NON pubblicare

Uno degli errori più comuni che trovo sui siti dei miei clienti è la pubblicazione di articoli con argomenti mondani, di cronaca o commenti su risultati sportivi. Errore enorme!

Sebbene potreste pensare che questi argomenti possano attirare l’attenzione di utenti alla ricerca di queste notizie, ci sono due motivi principali per cui dovreste evitarli “come la peste”. Numero uno; il vostro e-commerce non è un quotidiano o una fonte di notizie. Mettetevi nei panni di Google o di qualunque altro motore di ricerca; voi pubblicate un articolo sulle nozze di qualche VIP, così come altre decine se non centinaia di Giornali online. Il vostro articolo andrà in competizione con testate giornalistiche professionali, con articoli scritti da giornalisti professionisti che sanno fare il loro lavoro e hanno fonti e dati alla mano, voi no! E dato il limitato spazio nella prima pagina dei risultati di ricerca, pensate davvero che Google scelga voi piuttosto che la Repubblica o addirittura l’ANSA? Numero due; gli utenti che vogliono notizie circa i risultati del Milan o della Juventus o sulla vita di qualche VIP, probabilmente non hanno nessun interesse ad acquistare i vostri prodotti… almeno non in quel momento. Il fatto che possiate ricevere qualche visita, da un’audience completamente disinteressata ai vostri prodotti, sicuramente non giustifica il tempo e le risorse impiegate per scrivere un articolo fatto bene. Se volete scrivere su fatti di cronaca o sulle ultime avventure amorose di un VIP vi consiglio di cambiare mestiere e provare a fare i pubblicisti per qualche giornale cartaceo o online…

Strategia per il vostro blog

Come per tutte le cose fatte bene, il segreto del successo di un blog è avere le idee chiare, seguire una strategia precisa ed essere consistenti nel tempo. Provare alla cieca probabilmente non produrrà nessun risultato a parte quello di disilludervi e farvi gettare la spugna. È quindi buona pratica preparare un piano di pubblicazione e seguirlo per almeno qualche mese prima di tirare le somme e nel caso sia necessario, aggiustare il tiro.

Qui sotto troverete un buon template per una strategia di ricerca e produzione di articoli che può facilmente essere adattato alle esigenze della vostra azienda:

Template di strategia per blogging

  1. Ricerca argomenti e domande su answerthepublic.com
  2. Ricerca domande specifiche degli utenti su quora.com, it.answers.yahoo.com, Forum specializzati e gruppi di Facebook
  3. Ricerca parole chiave su ubersuggest.com
  4. Visita i primi 5 risultati di ubersuggest.com per ogni parola chiave, facendo attenzione a:
    1. – Quanto testo (nr di parole) è presente in ogni pagina
    2. – Quanti sottotitoli ci sono nella pagina
    3. – In quanti paragrafi è diviso il testo
    4. – Quante immagini o video sono presenti sulla pagina
  5. Prepara un articolo di blog, uno per ogni parola chiave scelta (max 4/mese)
    1. – Scrivi più testo possibile (almeno quanto la concorrenza)
    2. – Dividi il testo in brevi paragrafi 200-300 parole max
    3. – Usa immagini gratuite di buona qualità (cerca su unsplash.com e pixabay.com)
    4. – inserisci almeno 3 links ad altre pagine del sito (articoli di blog o prodotti)
    5. – Inserisci almeno 2 link a pagine esterne importanti come Wikipedia o altri Blog autorevoli (anche se concorrenti)
    6. – Quando possibile creare un video per Youtube e inserirlo nel blog
    7. – Ottimizza l’articolo con Yoast o altro plugin per SEO on-page
      1. – Frase chiave max 2-3 parole (cerca di creare una frase breve che abbia senso in italiano, non inserire parole chiave ammucchiate)
      2. – Il titolo SEO deve contenere la frase chiave, meglio se all’inizio
      3. – La descrizione SEO deve contenere la frase chiave, anche spezzata all’interno del testo della descrizione
      4. – Cerca di seguire il maggior numero di consigli di Yoast (fai diventare l’indicatore verde)
  6. Rispondi brevemente alle domande su quora.com, it.answers.yahoo.com e sui forum specializzati o gruppi di Facebook, inserendo il link al tuo articolo di blog
  7. Pubblica il link all’articolo sui tuoi profili social, es:
    1. – Pagina di Facebook
    2. – Profilo LinkedIn
    3. – Profilo Twitter
    4. – Video su Youtube
Suddivi il lavoro in vari giorni

Considerando che si tratta di un bel po’ di lavoro per ogni articolo, crea un calendario di attività dividendo le cose da fare in diversi giorni, così da poter pubblicare almeno un articolo a settimana. es:

LUN: punti 1,2 e 3 – tempo impiegato circa 2 ore (max)

MAR-GIO: punti 4 e 5 – tempo impiegato 1-2 ore / giorno (max)

VEN: punti 6 e 7 – tempo circa 1 ora (max)

Dopo qualche mese potrai controllare le varie pagine degli articoli ed il traffico che ricevono tramite Google Search Console per capire quali sono gli argomenti che rendono meglio.

Ripeti tutti i punti con cadenza fissa, ricorda che i tuoi utenti hanno bisogno di tempo per abituarsi alla tua tabella di marcia, non disperare se inizialmente non vedrai risultati, il content marketing è un gioco che si basa sulla consistenza e sul lungo termine.

Plugins per Condivisione Social

Un altro fattore di promozione e SEO molto importante è la condivisione sui Social delle pagine del tuo blog e dei prodotti dell’e-commerce. Google e gli altri motori di ricerca considerano il numero di condivisioni e le reazioni (likes, commenti etc…) come segnali per determinare quale contenuto merita di comparire in prima pagina.

È quindi preferibile rendere la condivisione delle nostre pagine facile per gli utenti del nostro sito, utilizzando uno dei “mille” plugins social esistenti.

Una volta installato sul sito il plugin che hai scelto, funzionano tutti più o meno allo stesso modo, questo creerà dei pulsanti con l’icona del relativo social che una volta cliccati permetteranno agli utenti di condividere le tue pagine sui loro profili social.

Open Graph Markup

Molto importante a questo proposito è la corretta implementazione del codice “Open Graph”, utilizzato ad esempio sia da Facebook che da Twitter, se non sai come fare o non sei tu ad occuparti direttamente di questa implementazione, assicurati di richiederlo esplicitamente agli sviluppatori del tuo sito. Inoltre non dimenticare di associare ad ogni pagina almeno un’immagine che verrà successivamente visualizzata sul post condiviso dagli utenti. Per controllare se tutti i codici necessari e l’immagine scelta funzionano, puoi inserire l’URL della pagina che vuoi controllare nello strumento di Debug per Open Graph messo a disposizione da Facebook all’indirizzo: developers.facebook.com/tools/debug/

Plugins per servizio clienti e chat dal vivo

Cosa c’entra il servizio clienti con il marketing? Semplice! Clienti felici parlano bene di te, del tuo sito e dei tuoi prodotti e nonostante questa sia l’epoca del marketing digitale, il vecchio passa-parola, anche se digitale, è sempre uno dei metodi di promozione più efficaci.

Comunicazione veloce

Uno dei metodi migliori per assicurarsi la soddisfazione dei nostri utenti è quello di garantire e mantenere diversi canali per una comunicazione chiara e tempestiva. Sì, è vero, il tuo sito probabilmente mostra l’indirizzo email da contattare ma hai mai provato a cliccare su quel link? Cliccando su un link email, regolarmente si apre il gestore di posta di default, ad esempio sul mio mac si apre Apple Mail, io non lo uso… così come la maggior parte degli utenti io utilizzo un servizio di webmail, come ad esempio GMail di Google, quando clicco su un link email e si apre Apple Mail molto spesso mi trovo ad essere frustrato e rinuncio ad inviare il messaggio, risultato? Probabilmente una vendita persa per l’e-commerce che stavo visitando. Al giorno d’oggi gli utenti del web sono abituati all’immediatezza, ad ottenere tutto e subito, per ovviare a questo inconveniente, comune per moltissimi siti, assicurati di inserire un form per l’invio di un messaggio direttamente incorporato nelle pagine del tuo sito. Non relegare il form alla pagina “contatti”, se puoi, inserisci il form in fondo a tutte le pagine del sito! Comprese le pagine dei prodotti, il carrello e la cassa (checkout).

Chat dal vivo

Un’altra soluzione, a mio avviso ancora migliore del form di contatto, è l’utilizzo di una chat dal vivo. Per questa funzionalità esistono una varietà di plugins che integrano servizi proprietari come ad esempio “Live Chat” ed altri che integrano sistemi di chat social come Facebook Messenger e WhatsApp. Ricordati di impostare e rendere noti gli orari di apertura della chat dal vivo e di impostare un messaggio automatico, ancora meglio un chatbot, per le fasce orarie non coperte dal servizio.

Risorse Online

Qui sotto trovate i link a tutti i tools, risorse e plugins menzionati nel corso.

WordPress e Plugins consigliati

WordPress in Italiano https://it.wordpress.org/

Woocommerce https://wordpress.org/plugins/woocommerce/

Wordfence https://wordpress.org/plugins/wordfence/

Yoast SEO https://wordpress.org/plugins/wordpress-seo/

WP Fastest Cache https://wordpress.org/plugins/wp-fastest-cache/

Autoptimize https://wordpress.org/plugins/autoptimize/

Cookies e GDPR https://wordpress.org/plugins/cookie-notice/

Mailpoet https://wordpress.org/plugins/mailpoet/

FB Messenger e WhatsApp https://wordpress.org/plugins/whatshelp-chat-button/

Mailchimp https://wordpress.org/plugins/woocommerce-mailchimp/

Schema Markup https://wordpress.org/plugins/schema-and-structured-data-for-wp/

Social Sharing https://wordpress.org/plugins/ultimate-social-media-icons/

Alidropship Woocommerce https://alidropship.com/woocommerce-dropshipping-plugin/

Memberpress https://memberpress.com/

Siti per il download di immagini e video gratuiti

Pixabay https://pixabay.com/

Unsplash https://unsplash.com/

Freepik https://www.freepik.com/

Pexels https://www.pexels.com/

Tools per Ricerca di Keyword ed Analisi SEO

Ubersuggest https://neilpatel.com/it/ubersuggest/

KWFinder https://kwfinder.com/

Ahrefs https://ahrefs.com/

Moz https://moz.com/free-seo-tools

Similarweb https://www.similarweb.com/

GTMetrix https://gtmetrix.com/

Pingdom https://www.pingdom.com/

Altre risorse utili

Google Fonts https://fonts.google.com/

Google docs https://docs.google.com

Google Ads https://ads.google.com/home/

Facebook business https://business.facebook.com

Filezilla https://filezilla-project.org/

Mailchimp https://mailchimp.com/

Aweber https://www.aweber.com

Market Hero https://markethero.io/

Amazon Affiliate Italia https://programma-affiliazione.amazon.it/

DIVI Builder (link affiliato) https://www.elegantthemes.com/

Society6 https://society6.com/

RedBubble https://www.redbubble.com/

Threadless https://www.threadless.com/

365 Dropship https://www.365dropship.com/

Manuel Sabatino

Manuel è un Interaction Designer. Co-fondatore dell'agenzia Strictlydata. Si occupa di UX, UI e Web Design, SEO e Marketing Digitale.

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